L'impostazione del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica si può dire sia condiviso nel suo complesso anche da Assoporti, che, però, chiede qualche modifica alla stesura definitiva del Piano. "Stiamo preparando una proposta di riforma portuale da sottoporre al ministero dei Trasporti. Proporremo delle modifiche sostanziali sul sistema di governance dei porti", ha annunciato Pasqualino Monti, presidente di Assoporti, in occasione dell'assemblea annuale di Federagenti tenutasi a Lerici (La Spezia).
"Ben vengano le analisi sulla domanda e sull'offerta di servizi portuali in Italia, ben venga anche la pianificazione centrale, ma quando si parla di governance e razionalizzazione delle Autorità Portuali c'è ancora da discutere. Le Autorità Portuali sono una ricchezza, questo vorrei che fosse chiaro. Porti piccoli ma efficienti rischiano di diventare meno efficienti se vengono accorpati sotto uno più grande". Monti ha da ridire anche sullo strumento normativo che sarà utilizzato per varare la riforma dei porti: "Su questa materia come può un DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio, ndr) sostituirsi a una legge?".
A margine dell'assemblea di Federagenti, il numero uno di Assoporti ha specificato più nel dettaglio quali proposte in concreto saranno presentate al ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, in tema di governance: "Condividiamo appieno gli obbiettivi del Piano. Quindi anche in tema di governance e di razionalizzazione delle Autorità Portuali, concordiamo sul fatto che ci sia bisogno di una regia centrale, perché abbiamo sempre sostenuto che uno dei problemi principali degli ultimi anni, da quando è venuta a mancare una legge di finanziamento del settore, è che troppo spesso gli investimenti vanno nella direzione sbagliata e dove non c'è ritorno dell'investimento stesso. Quindi, avere all'interno del Ministero una struttura che programmi e che pianifichi le risorse e dunque i piani industriali presentati dalle Autorità di sistema per noi è fondamentale".
Monti però aggiunge che per loro "è altrettanto importante che ci sia in ambito portuale un ruolo di coordinamento e che sia esplicitato in maniera chiara da tutte le istituzioni presenti e da parte del presidente del porto". Altrettanto necessario, secondo Monti, è il "il fatto che si debba avere un'unica Agenzia delle Dogane e che all'interno della stessa siano inserire tutte le amministrazioni che concorrono allo sdoganamento della merce". Il presidente prosegue sulla "necessità di avere un comitato portuale che al suo interno non veda un conflitto localmente permanente d'interessi, ma che possa ragionare in un'ottica di conferenza dei servizi e che quindi eviti tutte le lungaggini per approvare un Piano Regolatore Portuale, un dragaggio o per fare una qualsiasi opera infrastrutturale in ambito portuale".
Sulla governance delle cosiddette Autorità di Sistema Portuale, Pasqualino Monti conclude: "Dal punto di vista della razionalizzazione ci permettiamo di dire che vedere Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste insieme, e avere quattro Regioni competenti con l'attuale articolo V della Costituzione diventa un freno all'approvazione di una riforma che invece secondo noi è fondamentale. Partiamo piuttosto dai core port, che sono tredici: alcuni di essi per vicinanza, per logiche di corridoio e di appartenenza agli stessi corridoi possono essere anche accorpati, riducendo quindi ulteriormente il numero finale di enti. In questo modo si andrebbe comunque incontro a un processo di razionalizzazione, che però terrebbe conto del mercato e delle indicazioni che ci arrivano dall'Europa. Invece mettere insieme tutto e il contrario di tutto diventa forse complicato da gestire, soprattutto per chi come noi ha l'urgenza di avere dei provvedimenti".
Nicola Capuzzo
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