La Guardia di Finanza ha svolto controlli sul pagamento dell'imposta Imu da parte dei concessionari terminalisti e altre società operanti nel porto di Trieste, scoprendo un'evasione di 13, milioni negli ultimi cinque anni e violazioni amministrative di 60mila euro nell'ultimo biennio. I Finanzieri hanno controllato una trentina d'imprese commerciali e industriali rilevando "una radicata fenomenologia evasiva particolarmente diffusa tra i concessionari terminalisti dello scalo triestino". La Finanza spiega che le imprese non denunciavano la variazione catastale degli immobili dove svolgono l'attività, mantenendoli nella categoria E/1, che esente dall'Imu, in modo ritenuto dai Finanzieri irregolare. Infatti, l'attuale normativa, in vigore dal 2006, impone il pagamento dell'imposta anche per le aree demaniali che non sono destinate al traffico marittimo oppure a operazioni strettamente necessarie alle attività portuali. Categoria cui non apparterrebbero gli immobili verificati, che sono destinati ad attività commerciali che producono reddito.
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