La battaglia del transhipment di container nel Mediterraneo si allarga dalle banchine alla magistratura. Contship Italia, società che gestisce in Calabria il Medcenter Container Terminal (controllato dalla stessa Contship al 50% con il gruppo MSC), ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Palmi denunciando che il 17 luglio scorso una delegazione di cui faceva parte il politico greco Panagiotis Lafazanis - ex ministro della Ricostruzione, della Produzione, dell'Ambiente e dell'Energia del Governo Tsipras – ha visitato le banchine del terminal senza autorizzazione.
Nella missiva firmata dalla presidente Cecilia Eckelmann Battistello sono chiesti chiarimenti sull'accaduto e si affermato che "tale visita, non autorizzata dal terminalista e così prolungata, ha avuto evidentemente lo scopo di osservare l'organizzazione del lavoro, le macchine industriali e la tipologia di clienti che sono parte fondamentale del patrimonio aziendale di MCT, protetto per legge da vincoli di riservatezza".
Contship aggiunge che il Medcenter Container Terminal è stato "evidentemente destinatario di condotte lesive di diritti tutelati dal nostro ordinamento giuridico ed esposta, oltre che a un rischio per la sicurezza generale, a un pericolo di spionaggio industriale da parte di ospiti mai formalmente annunciati, e ancora oggi sconosciuti, che hanno tenuto comportamenti anomali, generanti dubbi e sospetti". Fra questi, secondo quanto si apprende da fonti a conoscenza dell'accaduto, ci sarebbe una sosta di quasi un'ora in un punto delle banchine che di fatto è un cono d'ombra dove il sistema di videosorveglianza non riesce a filmare quello che accade.
Nell'esposto si legge che la delegazione, dei cui componenti inizialmente non si conosceva l'identità, era accompagnata da rappresentanti della Polizia di Stato (che hanno chiesto e ottenuto l'accesso ai varchi portuali) e dall'assessore comunale Francesco Maria Toscano. "Dal riesame delle videoregistrazioni in nostro possesso – si legge ancora nell'esposto - è emerso che i veicoli della Polizia di Stato trasportavano una delegazione di almeno sei soggetti, peraltro mai identificati, che sono rimasti all'interno del Terminal per più di un'ora, fino alle ore 11:54. Non siamo ancora riusciti a comprendere che cosa tale delegazione abbia fatto per più di un'intera ora all'interno delle aree aziendali operative e nemmeno come mai non sia stato utilizzato dalla stessa il percorso di viabilità interna, notoriamente obbligatorio e sorvegliato dal sistema di telecamere di proprietà MCT. Sconosciuti rimangono, altresì, il percorso e le ragioni per le quali i due suddetti veicoli e i soggetti che si trovavano a bordo degli stessi si siano portati in prossimità della bitta numero 72, ove si sono soffermati per oltre 40 minuti".
Contship afferma di aver appreso solo tre giorni dopo, il 20 luglio, da un articolo del quotidiano locale Gazzetta del Sud, che faceva parte della delegazione greca in visita al porto di Gioia Tauro l'ex ministro Lafazanis che sarebbe inoltre un "esperto conoscitore di simili infrastrutture" e che dalla visita il politico "è rimasto profondamente colpito dalla qualità delle attrezzature, in primis le possenti gru e dai sistemi di sicurezza".
Nella parte conclusiva dell'esposto, emerge il collegamento fra Gioia Tauro e lo scalo concorrente greco del Pireo operato dal gruppo cinese Cosco: "Considerato che almeno uno dei visitatori è risultato essere un ex ministro del Governo della Grecia, dobbiamo evidenziare che il porto commerciale del Pireo, concorrente del Porto di Gioia Tauro, si è reso protagonista di pericolose e nocive politiche di dumping sui prezzi a svantaggio dei concorrenti. Infatti, la Commissione Europea, all'esito di una procedura d'infrazione, ha adottato la Decisione del 23.3.2015 – SA28876 (2012/C) (ex CP 202/2009) con la quale sanzionava lo Stato della Grecia per aver implementato, in violazione dell'art. 108 TFUE, misure di aiuti di Stato a favore del terminalista locale Piraeus Container Terminal S.A., distorcendo il regime di concorrenza tra imprese".
La società presieduta da Cecilia Battistello conclude la sua denuncia sottolineando che "allarma e induce al sospetto l'irrituale modalità con la quale soggetti non autorizzati, e allo stato in parte sconosciuti, hanno fatto ingresso all'interno di una proprietà privata. Oltretutto, nel caso specifico, anche laddove tutto fosse stato regolarmente organizzato dalle Autorità, MCT Spa non avrebbe comunque autorizzato la visita in quanto gli ospiti sono pericolosi concorrenti e dai loro comportamenti appare un significativo antagonismo rispetto alle nostre politiche d'impresa". Il gruppo cinese Cosco ha preferito finora non pronunciarsi su quanto accaduto.
Nicola Capuzzo
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