Non esiste alcun obbligo del vaccino contro la Covid-19 per gli equipaggi imbarcati sui cargo che svolgono trasporti internazionali, ma diversi armatori stanno reclutando marittimi completamente vaccinati, contando sul fatto che la maggior parte dei loro contratti sono a scadenza. Lo afferma la federazione internazionale dei sindacati dei trasporti International Transport Workers Federation tramite il responsabile della sezione marittimi David Heindel. Egli aggiunge che molti Governi degli Stati dove sorgono i porti stanno ostacolando il cambio di equipaggio, almeno fino a quando la maggior parte dei lavoratori imbarcati non sarà vaccinata.
Un obiettivo ancora lontano, almeno secondo quanto riferisce una stima di Neptune Declaration Crew Change, secondo cui solo il 15,3% dei marittimi del mondo è vaccinato contro la Covid-19, con la maggior parte dei vaccinati che ha nazionalità nei Paesi del nord. Un valore che per l’ International Chamber of Shipping tocca il 20%. Il problema che diversi Paesi da cui provengono i marittimi – per esempio Filippine, Myanmar, Indonesia, Venezuela e Lettonia - hanno una scarsa fornitura di vaccini per la loro popolazione.
A tale proposito, Heindel espone la preoccupazione che i vaccini non sono disponibili in tutto il mondo e quindi ci saranno disparità nelle opportunità di lavoro per i marittimi sulla base del loro Paese di provenienza, quindi anche coloro disponibili alla vaccinazione non potranno lavorare per l’impossibilità a vaccinarsi. L’Itf sottolinea che manca un riconoscimento globale dei certificati di vaccinazione, quindi capita che le certificazioni rilasciate da uno Stato non servano per consentire lo sbarco (e quindi il cambio equipaggio) nei porti di altri Stati.
L’Itf denuncia anche la mancata fornitura di assistenza medica agli equipaggi da parte di diversi Stati, un fenomeno grave indipendentemente dal fatto che i lavoratori siano o meno vaccinati. “Negli ultimi sedici mesi ci sono stati troppi casi in cui i marittimi hanno rischiato di morire per mancanza di cure mediche appropriate e tempestive, in particolare nella regione Asia-Pacifico", afferma Heindel.
Ricordiamo che il tema della vaccinazione non è nuovo nel trasporto marittimo, perché da ben prima della pandemia di Covid-19 è in vigore in alcuni Paesi l’obbligo di vaccinarsi contro altre malattie, come la febbre gialla. Una situazione accettata dai marittimi come parte integrante del loro lavoro sia per garantire la loro salute, sia per evitare gravi danni economici agli armatori nel caso di contagi a bordo, con le relative restrizioni.