Il mondo degli spedizionieri marittimi pretende maggiore trasparenza e informazioni sullo stato di salute finanziario delle compagnie di navigazione dopo il crac che ha visto coinvolta la società sudcoreana Hanjin Shipping. Secondo un'analisi di Drewry Maritime Research, i caricatori pretenderanno maggiori informazioni dalle controparti armatoriali prima di affidare i propri container anche perché, secondo il metodo di valutazione Z-score studiato ad hoc dalla società di consulenza inglese, sarebbero attualmente solo due (AP Moller Maersk e Oocl) i gruppi armatoriali i cui risultati sembrano relativamente meno allarmanti. Posto che nessuna società negli ultimi anni è stata classificata nella zona "safe", dei primi 15 vettori mondiali 13 risultano infatti nella zona rossa contraddistinta dalla parola chiave "distress".
Inoltre, secondo Drewry, molti caricatori - scottati dal fatto che i propri container sono rimasti bloccati a bordo di navi di Hanjin - pretenderanno anche che le loro merci viaggino solo a bordo delle portacontainer del vettore marittimo a cui è stato affidato il carico e non su navi di altre compagnie partner o alleate. Una richiesta non semplicemente esaudibile, così come difficile sarà avere informazioni da parte di tutti i global carrier perché ci sono società come MSC e Hamburg Sud che non rendono pubblici i propri bilanci. Sempre secondo gli analisti di Drewry la richiesta di una sempre maggiore trasparenza potrebbe dunque mettere in una posizione di sfavore i vettori che non accoglieranno questa richiesta da parte dei loro clienti.
Intanto, ogni giorno che passa il trasporto via mare di container riceve notizie sempre meno confortanti sul suo futuro a breve termine. L'ultima, in ordine di tempo, è la comunicazione arrivata dalla compagnia giapponese NYK Line che ha preannunciato svalutazioni finanziarie sulla propria flotta di navi per 972 milioni di dollari, con conseguente perdita prevista pari a circa 1,9 miliardi di dollari nella prossima semestrale. Prima di NYK anche gli altri carrier nipponici MOL e K Line avevano aggiornato a bilancio il valore attuale delle proprie navi mentre tutte le altre primarie compagnie di navigazione ad oggi non lo hanno ancora fatto.
Per capire la portata di questa azione basta considerare che, secondo la società di ricerca Alphaliner, se tutti i primi 18 vettori marittimi mondiali del svolgessero le stesse svalutazioni attuate da NYK si avrebbe un write off (aggiornamento al ribasso) del valore delle flotte pari a complessivi 35 miliardi di dollari. La prima della classe, la danese Maersk Line, da sola dovrebbe apportare svalutazioni per sei miliardi di dollari.
I segnali che arrivano dalle ultime trimestrali delle compagnie di navigazione sono preoccupanti: sempre secondo le analisi di Alphaliner e di Drewry i margini operativi di guadagno sono negativi per tutti i vettori marittimi. L'unica società che quest'anno ha guadagnato trasportando via mare container è stata la taiwanese Wan Hai Lines che opera su rotte Asia - Americhe e Asia – Medio Oriente. Secondo i dati riportati nei bilanci d'esercizio 2015 solo cinque aziende (tra cui OOCL e CMA-CGM) possono considerarsi fuori pericolo di bancarotta.
Nicola Capuzzo
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