La battaglia navale nei traffici di carichi rotabili innescata dalle nuove linee attivate dal Gruppo Grimaldi di Napoli da Toscana e Liguria verso la Sardegna, oltre ad aver fatto arrabbiare il patron di Moby e Tirrenia, Vincenzo Onorato, sembra aver ravvivato le ambizioni anche del Gruppo Grendi. Quest'ultimo da molti nani gestisce una linea per il trasporto di container e di rotabili fra la Liguria (prima Genova, ora da un paio d'anni Vado Ligure) e il porto di Cagliari.
Da Marina di Carrara rimbalza infatti la notizia che Grendi ha presentato alla locale Autorità Portuale una richiesta per ricevere in concessione un terminal da 37.900 metri quadrati dove attraccare le sue navi. Nello stesso tempo ha chiesto anche di essere autorizzato a effettuare operazioni portuali di imbarco e sbarco ex articolo 16 legge 84/94 per la durata di vent'anni.
Grendi motiva la sua richiesta con l'intenzione di avviare una linea regolare con scali quotidiani dal lunedì al venerdì, tra Carrara e Cagliari (dove la società ha in concessione aree per 55mila metri quadrati), con obbiettivo di traffico già ben definiti: 827mila tonnellate di merce rotabile nel 2016, per salire fino a 2,8 milioni di tonnellate nel 2020. Nello stesso tempo, la società vuole incrementare la forza lavoro occupata nello scalo toscano da 8 a 28 unità.
Per sostenere tale sviluppo dei traffici, Grendi prevede di investire a Marina di Carrara 8,2 milioni di euro nei primi cinque anni di concessione, gran parte destinati a dotare le banchine di nuovi mezzi per la movimentazione dei carichi rotabili in arrivo e in partenza. È probabile che, se queste richieste saranno accolte, Grendi lascerà lo scalo savonese di Vado Ligure (un po' defilato geograficamente rispetto ai bacini produttivi del Nord Italia) dirottando navi e traffici verso il più baricentrico scalo toscano di Marina di Carrara. Fino a oggi il porto toscano è stato di fatto un monopolio della società Porto di Carrara Spa, società controllata dal Gruppo Bogazzi.
Nicola Capuzzo
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