Il Voltri Terminal Europa è la struttura che ha la concessione più lunga nel porto di Genova, è quello che ha in concessione la superficie più ampia e che ha fatto i maggiori investimenti in valore assoluto. I terminalisti la cui concessione scade nel 2020 sono sei e uno (Forest Terminal) ancor prima (nel 2019). Industrie Rebora – Spinelli Srl e la ATI (associazione temporanea d'impresa) fra Terminal San Giorgio e Messina sono invece i due concessionari che hanno beneficiato dell'ammontare maggiore di investimenti pubblici sui rispettivi terminal.
Il quadro emerge da un documento intitolato "Terminal portuali: scheda di sintesi" fornito dall'Autorità Portuale di Genova e reso pubblico sul sito di Liguria Civica, movimento fondato dal senatore Maurizio Rossi che da qualche tempo ha preso molto a cuore il tema dei rinnovi delle concessioni dei terminal nel porto di Genova.
Il documento passa in rassegna i terminalisti dello scalo partendo dal Voltri Terminal Europa, che ancora per un po' potrà dormire sonni tranquilli, perché la sua concessione scadrà nel 2051. Le aree concesse sono 1.040.000 mq e i dati sull'occupazione nel 2014 hanno fatto registrare 870 lavoratori fra dipendenti diretti e portuali della CULMV. Gli investimenti cumulati del VTE da quando ha iniziato a decorrere la concessione fino al 31 dicembre scorso sono stati 202,5 milioni di euro, a cui si aggiungono 3,03 milioni di lavori già fatti nell'ultimo quinquennio dall'Autorità Portuale, più 0,34 milioni per lavori in corso.
Per il terminal Sech la scadenza della concessione è fissata al 2020 e nella stessa condizione sono anche Industrie Rebora – Spinelli Srl, Terminal Rinfuse Genova, Terminal San Giorgio (limitatamente alla concessione sull'ex terminal Frutta), Genoa Metal Terminal e Porto Petroli. Prima ancora, nel 2019, scade invece la concessione del Forest Terminal che fa capo al gruppo Campostano di Savona mentre quella del Terminal Messina arriva fino al 2029.
A proposito di soldi pubblici investiti in banchina, al Genoa Port Terminal di Spinelli (che ha investito di tasca propria 38,3 milioni di euro fino al 2014) l'Autorità Portuale ha destinato 27,1 milioni di euro per lavori effettuati solo nell'ultimo quinquennio e altri 5,7 milioni sono riferiti ad altri lavori ancora in corso. Spinelli è stato uno dei primi terminalisti a uscire allo scoperto con una richiesta di rinnovo della concessione che è stata già pubblicata sul sito dell'Autorità Portuale.
Parlando sempre di denari pubblici bisogna registrare anche i 53,7 milioni di euro di investimenti che Palazzo San Giorgio ha stanziato per lavori attualmente in corso a Ponte Libia dove concessionario è l'ATI Messina – Terminal San Giorgio che si aggiudicò la gara del compendio noto come ex-Multipurpose. Questi cantieri, in tempi recenti, sono stati anche motivo di attrito fra il terminal portuale controllato dal Gruppo Gavio e l'Autorità Portuale.
In termini di occupazione il VTE è il primo in classifica (con 870 occupati nel 2014 fra dipendenti diretti e lavoratori portuali), seguito dal Sech (363), Terminal Messina (228), ATI Messina – Terminal San Giorgio (285), Industrie Rebora – Spinelli (146), Genoa Metal Terminal (72), Porto Petroli (65), Terminal Rinfuse Genova (61), Terminal San Giorgio sull'ex Terminal Frutta (30) e Forest Terminal (15).
A proposito di quanto i concessionari pagano per usufruire del suolo pubblico in porto, la scheda di sintesi redatta da Palazzo San Giorgio si limita a precisare che "il canone medio del 2015 per mq concesso ai terminal è pari a euro 5" ma Liguria Civica ha reso pubblico un documento della Gazzetta Amministrativa con tutti i canoni dettagliati delle società che operano in concessione all'interno del porto.
Nicola Capuzzo
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