Dragaggio dei fondali del Canale Candiano, nuovi piazzali, più ferrovia, un nuovo terminal container di dimensioni ragionevoli e la ricerca di un'altra linea di autostrade del mare oltre a quella di Tirrenia Cin già attiva. Si può sintetizzare in questi cinque punti la lista delle priorità da affrontare nel porto di Ravenna e a cui dovrà lavorare intensamente nei prossimi anni il presidente dell'Autorità di Sistema del Mar Adriatico Centro-Settentrionale, Daniele Rossi.
Secondo Rossi "il dragaggio dei fondali è il più importante fra gli interventi da portare avanti e comporta anche la realizzazione di nuove banchine adeguate ai fondali. Ravenna è un porto canale con più di venti chilometri di banchine, in gran parte da rifare. Si parla di sfide tecniche importanti e costi significativi". Il dragaggio genererà quantitativi ingenti di materiali di risulta che andranno collocati sulla terraferma e questa, se da un lato è vista come una criticità, dall'altra rappresenta anche un'opportunità. Il presidente dell'Autorità spiega che "i materiali di risulta saranno utilizzati come materiali da costruzione per la realizzazione di quasi 200 ettari di nuovi piazzali per la logistica portuale. Si tratta di un progetto complesso, i numeri lo testimoniano, e il tempo è una variabile estremamente critica che, anche alla luce dell'evoluzione rapidissima del mondo della portualità, ci impone di non poter perdere alcun treno".
Proprio la ferrovia a Ravenna già oggi è un punto di forza ma si vuole fare di più nei prossimi anni anche grazie agli accordi siglati recentemente da RFI e dalle istituzioni locali per migliorare l'accessibilità dello scalo. "Forse lo facciamo troppo in silenzio ma già oggi movimentiamo in porto 7216 treni all'anno (il numero è del 2016), quindi credo che abbiamo qualcosa da dire sulla 'cura del ferro' e ci sono ancora maggiori opportunità da cogliere", ha aggiunto Rossi a questo proposito.
C'è poi la scommessa del gas naturale liquefatto che, grazie al progetto proposto dal Gruppo PIR e da Edison, potrebbe fare di Ravenna uno dei primi scali in Italia (probabilmente sarà il primo in Adriatico) ad avere un deposito per lo stoccaggio e la distribuzione del gas naturale in vista delle nuove normative che entreranno in vigore dopo il 2020. "Mi viene da pensare che anche per il porto possa essere un grande impulso", ha precisato in proposito Rossi, aggiungendo: "Se le navi dovranno venire nel nostro porto per fare rifornimento se fossi un armatore ne approfitterei anche per caricare o scaricare".
Infine un aggiornamento anche su quello che l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico centro-settentrionale intende fare per rimanere sul mercato dei container e per guadagnare quote di mercato nelle autostrade del mare. Secondo il presidente del porto "Ravenna ha una sua caratteristica e una specializzazione che sono le rinfuse solide e liquide, ma fa dei numeri importanti anche nei container. Il porto non è una realtà insignificante in questo comparto ed è un'attività in cui crediamo, per questo il terminal container sarà ampliato proprio nell'ambito del progetto che riguarda fondali, banchine e nuovi piazzali logistici. Certamente dovrà essere fatto su quella che è la dimensione e le vere necessità del porto di Ravenna, non ci interessano progetti faraonici, non vogliamo fare nulla di mega; vogliamo uno sviluppo sostenibile della nostra attività senza trascurare nessuna componente economica".
A proposito infine dei traffici di rotabili, la guida dello scalo romagnolo fa presente che già oggi il porto movimenta circa 77mila trailer/anno e ci sono gli spazi per fare di più. "Ci manca una linea in più ma abbiamo gli spazi logistici per raddoppiare il numero senza fatica" ha spiegato Rossi, sottolineando infine che la grande peculiarità e il vantaggio competitivo di Ravenna è quello di essere uno dei pochi porti in Italia che dispone di aree retroportuali importanti.
Nicola Capuzzo
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