Il 5 maggio 2023 il Tribunale di Milano ha segnato un’altra tappa della lunga e aspra vertenza che vede contrapposti i Gruppi Grimaldi e Onorato non solo in mare, ma anche nella aule giudiziarie e nei comunicati stampa. Ed è proprio una nota di Moby che ha diffuso la notizia che i giudici milanesi hanno respinto l’opposizione presentata da Grimaldi Euromed contro il concordato preventivo di Moby e Cin. Questa è un’ulteriore conferma del concordato omologato dal Tribunale di Milano il 24 novembre 2022, dopo il voto favorevole di circa il novanta percento dei creditori. Il comunicato aggiunge che “contro il comportamento pretestuoso e scorretto di Grimaldi, la società si riserva il diritto in sedi opportune di ogni azione legale diretta a difendere il proprio piano di ristrutturazione e il lavoro dei suoi dipendenti”.
La decisione dei giudici milanesi apre un nuovo capitolo per Moby e Tirrenia e non solo perché il concordato permette loro di proseguire l’attività in modo più sereno, ma anche perché spiana la via all’ingresso di Msc, ottenuto con l’accordo di acquisizione del 49% stipulato a luglio 2022 tramite un aumento di capitale di 150 milioni di euro. Questa transazione è soggetta alla definitiva omologa del concordato per Moby e Cin, che ora dovrebbe avvenire senza più ostacoli. Il piano di ristrutturazione è piuttosto articolato e prevede anche la costituzione di un fondo, denominato ShipCo, che rileverà dalle due compagnie di Onorato nove navi ro-ro e la fusione tra Moby e Cin nella nuova società OpCo. Poi, entro il 2025 ShipCo dovrebbe noleggiare le navi alla stessa OpCo.
Da quando è emersa la partecipazione di Msc nelle compagnie di Onorato e sorta la domanda sul quali siano i piani della famiglia Aponte nel ro-ro, dove opera già con Grandi Navi Veloci. È difficile pensare che si limiterà a un sostegno finanziario a Onorato, mantenendo una quota che formalmente non permette decisioni. La partita decisiva si potrebbe giocare nel fondo ShipCo e nella società operativa OpCo, dove Msc potrebbe ottenere un reale controllo, magari con la prospettiva di creare un’alleanza o perfino una fusione con Gnv. Un’operazione che avrebbe senso per contrastare Grimaldi con una flotta adeguata e risorse che potrebbero arrivare dal ricco portafoglio degli Aponte, che stanno reinvestendo gli enormi profitti ottenuti negli ultimi tre anni dal trasporto si container nella logistica.