La normativa è formata da due nuovi Regolamenti: il primo riguarda le aree portuali e marino-costiere che rientrano nei territori dei trentanove Siti d'Interesse Nazionale, il secondo disciplina le attività di escavo fuori da queste aree. Un terzo provvedimento consiste nella modifica della Legge sulla tutela delle acque e del suolo. In quest'ultimo caso, la nuova normativa prevede che la tutela debba avvenire usando le migliori tecnologie disponibili e analizzando in ogni caso il materiale da trattare, con l'obiettivo della massima sostenibilità ambientale.
La sottosegretria all'Ambiente, Silvia Velo, sostiene che "questa riforma, in linea con il primo capitolo della recente riforma portuale, consentirà la manutenzione e l'adeguamento dei fondali dei nostri porti secondo criteri di trasparenza e di tutela ambientale, con l'obiettivo di rendere le nostre infrastrutture portuali sempre più competitive, anche in termini turistici, rispetto allo sviluppo dei traffici internazionali".
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