L'incontro di ieri al ministero per lo Sviluppo Economico non ha portato per ora alcun provvedimento concreto, ma i sindacati sottolineano che "è stato avviato un percorso importante". Lo scrivono in una nota unitaria Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, aggiungendo che l'emergenza sull'occupazione è stata agganciata alle prospettive di rilancio del proto per evitare il licenziamento del 210 lavoratori del Cagliari International Container Terminal. Questo tavolo proseguirà per sostenere il rilancio dello scalo sardo, mentre i sindacati aspettano che Contship Italia, che controlla Cict, richieda la cassa integrazione per cessata attività di dodici mesi per tutti i lavoratori. Le tre sigle chiedono anche che l'Autorità portuale cerchi un operatore interessato a gestire il terminal.
Anche la confederazione internazionale dei sindacati Etf sta seguendo la vertenza di Cagliari e il 30 luglio ha scritto una lettera alle tre sigle italiane, affermando che "la situazione di Cagliari è il risultato di decenni di politiche dei trasporti che, sia a livello nazionale che a livello europeo, non hanno saputo mettere in atto una strategia per gli investimenti nel settore portuale, lasciando i porti europei di transhipment del Mediterraneo alla mercé della concorrenza dei porti di Paesi limitrofi". Inoltre, tali politiche "hanno permesso alle alleanze tra le compagnie di shipping di determinare la vita e la morte dei terminal contenitori in Europa". Etf comunica che di tali questioni si sta occupando in sede europea e di essere intervenuto presso la dirigenza del Gruppo Eurokai, che controlla Contship Italia, "per denunciare la totale mancanza di relazioni industriali e l'assenza del gruppo dirigente dai terminal italiani del gruppo".
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