Il coronavirus non risparmia neppure il Canale di Suez, seppure in modo indiretto. Dall’inizio della pandemia, sempre più portacontainer allungano la rotta dall’Asia all’Europa circumnavigando l’Africa attraverso il Capo di Buona Speranza, piuttosto che tagliare dal Canale di Suez, navigando così per oltre 3000 chilometri in più per i porti del Nord Europa. Una scelta che in tempi normali era ritenuta costosa in termini di tempi e costi, ma che durante la Covid-19 risulta conveniente, al punto la società di analisi Alphaliner scrive che il numero di navi che evitano il Canali di Suez è il più alto registrato finora in tempo di pace e che l’Autorità che gestisce il Canale potrebbe perdere fino a dieci milioni di dollari solo per il minor numero di portacontainer che lo attraversano.
Alphaliner aggiunge che almeno venti collegamenti stanno scegliendo la rotta di Buona Speranza e non solo tra Asia ed Europa, ma anche tra la costa orientale del Nord America e l’Asia. La causa è duplice. Da un lato la forte riduzione della domanda di trasporto causata dal fermo della produzione prima in Cina e poi in Europa, che permette tempi di viaggio superiore, e dall’altro la forte riduzione del prezzo del carburante, causata dal crollo di quello del petrolio, che rende più conveniente aumentare i consumi che pagare il transito di Suez.
Il costo del transito nel Canale di Suez dipende da diversi fattori: la dimensione della portacontainer, il numero di contenitori che trasporta (e il rapporto tra quelli vuoti e quelli pieni) e la rotta che percorre nell’intero viaggio. La tariffa può raggiungere i 700mila euro per una nave da 20mila teu completamente carica che viaggia dai porti asiatici a quelli europei. Per incentivare le compagnie marittime a passare dal Canale, l’Autorità di Suez ha ridotto notevolmente le tariffe, con uno sconto di circa il 17% per le portacontainer che viaggiano dall’Asia all’Europa.
Attualmente è impossibile verificare le stime di Alphaliner, perché le statistiche ufficiali della Suez Canal Authority si fermano a febbraio 2020, ossia a quando l’epidemia di Covid-19 interessava solo la Cina. In quel mese, attraverso il Canale sono passate 401 portacontainer, contro le 434 di gennaio 2020 e le 433 di febbraio 2019. Bisogna quindi attendere le cifre di marzo e aprile per capire se la circumnavigazione dell’Africa sta incidendo in modo significativo sui passaggi a Suez. Questo è un fenomeno che interessa anche l’Italia, perché la rotta di Buona Speranza esclude il Mediterraneo e quindi può ridurre il numero di scali nei porti italiani.