"È così difficile – ha detto l'imprenditore genovese - valutare e capire che esistono per le attività di rimorchio una valenza pubblica e una commerciale? In certi casi, l'incidenza di questo servizio arriva a essere pari al costo di movimentazione del container da bordo a terra o viceversa. Un'incidenza di 80 euro del servizio di rimorchio per ogni singolo container non è accettabile".
A margine dell'assemblea di Assoporti, poi, Ignazio Messina ha spiegato più nel dettaglio che ciò che rimprovera ai servizi tecnico-nautici è "di non aver saputo seguire con la stessa velocità quello che hanno fatto i terminalisti nella gestione delle operazioni commerciali, vanificando tante volte gli sforzi che l'Autorità Portuale fa con investimenti in infrastrutture e i terminalisti per migliorare le sovrastrutture e le operazioni di imbarco e sbarco delle merci".
Alla richiesta di un caso concreto per capire meglio questo suo ragionamento, Ignazio Messina parla del porto di Salerno (dove opera Rimorchiatori Salerno del Gruppo Rimorchiatori Riuniti): "Per esempio, trasferendoci da Napoli a Salerno abbiamo avuto un innalzamento del costo del rimorchio che è talmente alto rispetto al numero di movimenti di container che facciamo in imbarco e sbarco, per cui l'incidenza diventa veramente molto elevata. Paghiamo – ha aggiunto ancora Messina - in taluni casi per il rimorchio tanto quanto costa imbarcare o sbarcare il contenitore dalle navi. Con dei noli per il trasporto container scesi a 200 dollari avere queste incidenze vuol dire mettere fuori mercato un porto".
Il numero uno della Ignazio Messina & C. chiede che le Autorità Portuali e le Autorità marittime possano organizzarsi meglio a livello locale su questi servizi senza essere vincolati da una normativa valida a livello nazionale o dalle tariffe nazionali "che – ha detto l'armatore – devono necessariamente fare un compromesso tra porti che sono molto diversi fra di loro. Lasciare una maggiore autonomia salvaguardando ovviamente la aiuterebbe molto. Se queste tariffe nei porti fossero particolarmente basse i comandanti delle navi chiederebbero molto di più i servizi di rimorchio e si innescherebbe un circolo virtuoso che addirittura porterebbe a un significativo aumento del fatturato delle società di rimorchio, ovviamente con un maggior numeri di cavi (di servizi offerti, ndr). E indirettamente verrebbe garantita anche maggiormente la sicurezza".
Oltre a questa polemica fra Messina e le società di rimorchio, a margine dell'assemblea di Assoporti è stato annunciato da Gilberto Danesi, amministratore delegato del Voltri Terminal Europa, anche un nuovo investimento: "Abbiamo acquistato per il terminal di Voltri una seconda gru a portale per il fascio ferroviario. La macchina è una ZPMC che si trova attualmente nel porto di Zeebrugge, in Belgio". L'investimento per questa nuova gru ferroviaria ammonta a circa 3,5 milioni di euro e si aggiunge agli altri acquisti in macchine di sollevamento portati a termine negli ultimi due anni per migliorare l'operatività del VTE.
Nicola Capuzzo
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