Con il passaggio ai fondi Infracapital e Infravia del 95% di GIP2.0, la società veicolo nella quale sono stati scorporati i terminal container controllati da Gip - Gruppo Investimenti Portuali, per Luigi Negri, Giovanni Cerruti e la famiglia Magillo (rispettivamente vertici di Finsea, Gastaldi Holding e T.C.I.P) si chiude una parentesi durata 24 anni. Giulio Schenone, il quarto socio di GIP, rimane invece nella compagine azionaria e rivestirà il ruolo di amministratore delegato. Di mano sono passati il 60% del terminal Sech di Genova, l'80% del Terminal darsena Toscana e il 35% del Voltri Terminal Europa e del Vecon.
"Abbiamo ceduto perché questo non è più un mestiere che fa per noi", ha spiegato Negri, aggiungendo che "quando abbiamo iniziato questo era un mestiere labour intensive e quindi poteva anche essere alla portata di gruppi familiari come eravamo e siamo noi soci di GIP. Ora invece è diventato troppo capital intensive. Eravamo una mosca bianca sul mercato del terminalismo portuale, la gente ci chiedeva come facessimo ad andare avanti".
Cerruti spiega che "stava diventando un gioco molto pesante dal punto di vista delle risorse finanziarie e i nostri concorrenti o i player che sono in quel settore sono dei giganti. Era un passaggio quasi obbligato: se non fosse stato oggi, in poco tempo avremmo dovuto in qualche modo abdicare. L'idea iniziale era quella di trovare un socio di capitale che ci aiutasse ad andare avanti rimanendo noi sul ponte di comando, poi in effetti le cose sono mutate".
Dall'intenzione iniziale di voler mantenere la maggioranza e il controllo di Gip cercando un partner finanziaria da cui farsi affiancare si è arrivati invece alla decisione di cedere il 95% a Infracapital, che ha preteso di avere il controllo dell'azienda e quindi la maggioranza azionaria. "I professionisti d'Infracapital si sono dimostrati diversi dai fondi di private equity che siamo abituati a conoscere: volevano entrare in GIP per fare non solo l'investitore ma anche l'imprenditore con un orizzonte temporale di medio-lungo termine", precisa Negri sottolineando che "chiaramente fare l'imprenditore con il 49% sarebbe stato difficile".
Le intenzioni sembrano serie e ambiziose secondo quanto rivela il numero uno del Gruppo Gastaldi: "Questi fondi hanno assolutamente interesse a fare gli operatori che sviluppano nuovo business e hanno la forza finanziaria per farlo. Dipende poi da progetto a progetto. Sulla Piattaforma Europa di Livorno, ad esempio, bisognerà un po' capire i tempi, perché Infracapital e Infravia si sono dati un orizzonte temporale per l'investimento in GIP di 12 anni, che sono tanti, ma sappiamo anche che in Italia per certi progetti 12 anni possono non bastare".
Cerruti, il cui gruppo è stato colpito nei mesi scorsi anche dal fallimento della Hanjin Shipping di cui era partner nell'agenzia marittima genovese Hanjin Italy, mira a sviluppare nuovi business nel trasporto marittimo: "Ritengo che per un agente marittimo indipendente nel settore container non ci siano grandi margini di crescita o di guadagno. Non ci credo più molto perché ormai si rafforzano sempre di più quelli che sono sul mercato, diventano sempre di meno perché si comprano uno con l'altro, non vedo per quale ragione dovrebbero avere interesse a lavorare con un agente indipendente. I grandi gruppi hanno quasi tutti ormai i loro uffici e le loro strutture in Italia. Sia chiaro: noi abbiamo ancora delle rappresentanze di compagnie di navigazione nel settore dei contenitori e continueremo a lavorare assiduamente in questo ambito, però esiste anche tutta un'altra parte di settore dei trasporti che è comunque molto interessante".
Il riferimento è ad attività come i carichi break-bulk, l'impiantistica e il project cargo, ro-ro, rinfuse, navi chimichiere e altre. "Questi ultimi sono settori, dove siamo già presenti ma che offrono maggiore spazio di crescita, perché sono attività dove è richiesta la conoscenza del territorio, dei clienti e di alcune specificità particolari. Non è come con i contenitori, dove è tutto più standardizzato. Nelle altre aree di business che ho citato c'è ancora spazio per crescere e vedremo di fare qualche operazione per ritagliarci un ruolo maggiore» conclude Cerruti.
Nicola Capuzzo
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