Durante il settimo Forum Internazionale di Conftrasporto, l’amministratore delegato di Gnv e membro del Consiglio direttivo di Assarmatori, Matteo Catani, ha parlato dell’applicazione contemporanea delle norme ambientali internazionali Emission Trading System e Carbon Intensity Indicator e delle sue conseguenze sulle autostrade del mare, che ritiene negative: “Abbiamo stimato un impatto compreso fra i 300 e i 320 milioni di costi aggiuntivi all’anno per la flotta italiana dalla sola applicazione dell’Ets, di cui circa 280 milioni per i collegamenti con le isole maggiori e le autostrade del mare”, egli afferma.
A questi costi si aggiungono quelli derivanti dall’applicazione del Cii, una misura ritenuta particolarmente negativa per le navi che trascorrono molto tempo in porto, come i traghetti. “Un vero e proprio paradosso”, spiega Catani. “Ci troveremo con una nave che inquina meno ma che sosta in banchina per diverse ore penalizzata rispetto ad un’altra che invece continua a navigare. Un altro rischio, concreto, è quello di essere costretti a diminuire la velocità dei servizi delle autostrade del mare, il che significherebbe ridurne la portata”.
Per affrontare questa situazione ci sono 500 milioni stanziati dal Fondo Complementare al Pnrr, che serviranno a equipaggiare le navi per prelevare l’energia elettrica da terra. “A quel punto, però, anche i porti dovranno essere adeguatamente infrastrutturati e, seguendo la direzione intrapresa dall’Europa per la Fuel EU Maritime, ci auguriamo che anche l’Imo tenga conto di questo, apportando uno specifico correttivo legato proprio alla sosta in banchina”, conclude Catani.