Il 27 settembre 2022 i lavoratori portuali di Felixstowe, il porto che gestisce il 48% dei container della Gran Bretagna, hanno iniziato uno sciopero, che durerà fino al 5 ottobre. È il secondo indetto dal sindacato Unite, dopo quello dal 21 a 29 agosto che secondo alcune stime ha causato un danno di 800 milioni solo per l’interruzione del commercio. Questa volta l’astensione è più grave, perché si unisce a quella dei portuali di Liverpool, iniziata il 19 settembre e che durerà fino al 3 ottobre.
A Felixstowe lavorano 1900 portuali e a Liverpool 800 e in entrambi i casi il sindacato chiede un aumento delle retribuzioni che compensi l’inflazione. La Gran Bretagna è uno dei Paesi europei più colpiti dall’aumento dei prezzi al consumo, che ha raggiunto il 10%, iniziato già con l’attuazione della Brexit e accelerato dalle conseguenze della guerra in Ucraina.
Dopo il primo sciopero, Unite ha chiesto un incontro con i gestori di Felixstowe e del terminal container di CK Hutchison, senza ottenerlo. Questi ultimi hanno proposto un aumento salariale del 7% e un’una tantum di 500 sterline, aggiungendo che discuteranno di eventuali adeguamenti a gennaio 2023. Unite chiede un aumento superiore. A Liverpool, la società terminalista Peel Ports Group ha offerto un aumento superiore, pari all’8,3% più una un’una tantum di 750 sterline, ma anche in questo caso i lavoratori hanno rifiutato.
Secondo una stima svolta da Russel Group, al porto di Felixstowe saranno bloccate merci per almeno cento milioni di sterline e lo sciopero danneggerà le vendite sia del Black Friday di Amazon, sia delle festività natalizie. Come è avvenuto con lo sciopero di ottobre, le compagnie marittime devieranno le portacontainer su altri scali. Ma quelli britannici non riescono ad assorbire tutto il traffico, che quindi approderà anche sulle banchine continentali.
I due scioperi cadono in un periodo molto difficile per l’economia britannica che, oltre alle conseguenze della pandemia, della Brexit e della guerra in Ucraina, sconta anche gli annunci fatti dalla nuova Prima ministra Liz Truss sulla riduzione delle tasse per i redditi elevati – la più grande dal 1972 - e sui contributi ai privati per affrontare la crisi energetica. Sono misure che incrementeranno il debito pubblico e che quindi preoccupano gli investitori. La sterlina si è svalutata, scendendo sotto il minimo storico registrato nel 1985, ed aumentato il tasso d’interesse dei titoli pubblici.