Un importante passo avanti per realizzare il Molo VIII del porto di Trieste è stato compiuto il 7 novembre 2024 dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile col il finanziamento di 206,9 milioni di euro destinati alla prima fase. Per il commissario straordinario dei porti di Trieste e Monfalcone, Vittorio Torbianelli, si tratta di "un passaggio di grande valore per il nostro porto". La costruzione del Molo VIII costituisce il principale obiettivo di crescita del porto, in quanto opera funzionale a garantire lo sviluppo dei traffici e in grado di servire un importante ambito dell'Europa centro-orientale.
Il piano di fattibilità tecnico-economica presentato dalle società Icop, Hhla Plt Italy e Logistica Giuliana prevede, nella prima fase, la realizzazione di un grande terminal dedicato ai container, come già programmato dal Piano Regolatore Portuale approvato nel 2016. Il Molo VIII sarà dotato di una banchina lunga 860 metri e larga 100,5 metri, con fondali di 17 metri, permettendo l'attracco di portacontainer fino a 24mila teu. La banchina sarà collegata a un’area di stoccaggio di circa 167mila metri quadrati, suddivisi tra 126mila metri quadrati su impalcato a giorno e 41mila su colmata. Il terminal avrà tecnologie avanzate, incluse gru ship-to-shore e sistemi di movimentazione automatizzati.
Il progetto si basa su una collaborazione pubblico-privato che prevede un investimento totale di 315 milioni di euro, di cui 206,9 milioni coperti dalla parte pubblica (quelli approvati dal Cipess) e la quota rimanente dalla parte privata. "Il partenariato pubblico-privato presuppone la stipula di un contratto a lungo termine che assume un costo dell’intervento di 315 milioni di euro", ha spiegato Torbianelli. Nella riunione del 7 novembre, il Cipess ha espresso il proprio parere sulla convenienza e fattibilità del ricorso al piano. Tale parere è propedeutico al Decreto di finanziamento del ministero e dei Trasporti.
Secondo le previsioni, la prima fase operativa del Molo VIII dovrebbe essere completata entro il 2027, con una capacità iniziale di movimentazione stimata in 500mila teu all'anno. Il progetto è concepito per consentire la futura crescita del terminal, raggiungendo una capacità totale di 1,6 milioni di teu all'anno e svolgendo un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’accesso marittimo all’Europa del Sud.
Torbianelli ha sottolineato il valore di "un progetto che, dopo quelli del Pnc/Pnrr, vede il nostro sistema portuale ulteriormente riconosciuto da parte del Governo come area strategica per lo sviluppo del ruolo dell’Italia nel contesto della portualità europea, valorizzando il modello Trieste basato sui concetti di collaborazione fra pubblico e privato, di piena integrazione sostenibile fra mare e sistema ferroviario/intermodale".
Il progetto prevede anche interventi di bonifica delle aree interessate, la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria commerciale a Servola e l'adeguamento delle infrastrutture viarie, con l'obiettivo di ridurre al minimo l'impatto ambientale e favorire una logistica sostenibile. Attualmente, sono in corso le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale e le attività preliminari per l'avvio dei lavori.