L’aumento delle tariffe del trasporto marittimo dei container sembra stia rallentando a settembre. La rilevazione del 23 settembre 2021 svolta da Drewry nel suo World Container Index mostra che nella penultima settimana del mese l’indice composito ha smesso di crescere, dopo ventidue settimane consecutive di aumento, attestandosi sul valore di 10.377 dollari per container. Resta comunque più elevato del 299% rispetto allo stesso periodo del 2020. L’unico aumento è il nolo da Shanghai a Genova, cresciuto dell’1% per raggiungere 13.646 dollari, mentre quello tra Shanghai e Rotterdam è rimasto fermo a 14.356 dollari.
Ma non si placano le polemiche su questi aumenti, spinte dagli spedizionieri che ritengono siano frutto anche di una strategia speculativa da parte delle compagnie marittime. Non tutti però sono d’accordo e il 29 settembre il presidente di Federagenti (che rappresenta gli agenti marittimi) Alessandro Santi le ha definite “sterili” perché “frutto di una lettura assolutamente parziale”.
Santi non nega i forti aumenti, ma precisa che vengono dopo un decennio in cui le compagnie marittime “hanno navigato in rosso senza alcuna possibilità di coprire i 'running cost', per non parlare degli oneri finanziari che questi gruppi hanno affrontato per rinnovare le flotte o le incertezze che oggi si trovano a fronteggiare anche nella chiave della transizione energetica. Tanti gruppi sono spariti, falcidiati dalla crisi e dai noli bassi; altri hanno continuato a investire con noli che di certo facevano arricchire altri anelli della catena logistica”.
Riguardo all’aumento scatenato dalla pandemia, Santi invita a riflettere che cosa sarebbe successo se le compagnie “avessero deciso di fermare le navi in attesa di tempi migliori invece di organizzare sistemi di sicurezza sanitaria e di gestione del personale imbarcato e a terra (penso anche alla rete degli agenti marittimi)?”. La continuità del servizio ha “garantito a tutti i Paesi del mondo di continuare a vivere e produrre”.
Federagenti sottolinea anche che le compagnie stanno investendo “cifre enormi per integrare flotta ed equipment, ricordando che la vita di una nave è minimo di trent'anni e che la transizione ecologica impone stringenti limiti emissivi laddove non è certamente chiaro quali saranno le più efficienti tecnologie applicabili nel medio termine”.
Santi conclude che a queste domande bisogna fornire “risposte di buon senso e non di preconcetto pensando al mercato e non pensando magari a ritorni a economie di Stato, l'effetto dovrebbe essere quello di ricercare il dialogo e l'efficienza atta a traghettare il sistema complessivo (servizio e costi) verso una nuova normalità diversa dal passato e sostenibile per l'intera filiera”.