Oltre cinque anni dopo il violento incendio che avvolse il traghetto Norman Atlantic, inizierà il 26 febbraio 2020 il processo che dovrà definire le responsabilità della morte di trentuno persone, sui 443 passeggeri e 56 membri dell'equipaggio, oltre a sei clandestini (almeno quelli finora censiti). Le fiamme scaturirono nei garage della nave mentre navigava al largo dell’Albania nel mare in tempesta e i soccorsi impiegarono diverse ore per evacuare il traghetto. L’inchiesta è stata molto lunga, soprattutto per svolgere le perizie sul relitto ancorato nel porto di Bari per oltre quattro anni e ha portato ai trentuno rinvii a giudizio per diverse reati, tra cui omicidio colposo plurimo aggravato, naufragio e la violazione del codice della navigazione. Questi due ultimi reati saranno prescritti se entro giugno 2022 il Tribunale di Bari non pronuncerà la sentenza di primo grado.
Tra gli imputati ci sono il comandante della nave, ventisei membri dell'equipaggio e i responsabili delle società Visemar, proprietaria del traghetto, e Anek Line, che lo usava tramite noleggio. Si prevede comunque un processo complesso, perché sono coinvolti, oltre agli imputati e ai loro difensori, anche duecento parti offese e centinaia di testimoni. La ricostruzione della Procura afferma che le fiamme partirono dall’impianto refrigerante di un veicolo industriale lasciato acceso durante la navigazione e andato in surriscaldamento perché le prese elettriche nel garage non erano sufficienti ad alimentare tutti i camion frigo imbarcati. Poi le fiamme si sono propagate a causa della negligenza di alcuni membri dell’equipaggio e del malfunzionamento dell’impianto antincendio.
Delle vittime, undici sono morte di assideramento perché cadute in mare, diciannove sono disperse (tra cui diversi autisti di veicoli industriali greci e italiani) e una trovata carbonizzata nel garage. Quest’ultima era un giovane di 19 anni imbarcatosi clandestinamente sulla nave. Il processo inizierà con la testimonianza delle parti offese a bordo del traghetto. Nel novembre del 2019 il Norman Atlantic è tornato d’attualità perché la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura di Bari contro il dissequestro del relitto, stabilito in aprile dal giudice delle indagini preliminari su richiesta dei difensori della società proprietaria della nave. Un provvedimento tardivo, perché il Norman Atlantic non esiste più dall'estate, quando è stato rottamato in Turchia.