Nell’accesa polemica sul caos nel nodo di Genova e sulle file degli ultimi giorni ai valichi portuali di Genova interviene anche la filiale italiana di Psa, che gestisce i terminal di Pra’ e Sech. In un comunicato, la società premette che in “vari articoli pubblicati sulla stampa lo scorso 2 luglio, risulta evidente il tentativo di colpire i terminal Psa a Genova indicandoli quale causa principale delle problematiche relative alla viabilità che si sono verificate lo stesso giorno sulla rete urbana e autostradale del nodo genovese”.
A tali accuse, Psa ribatte che “risulta invece evidente quanto il sistema trasportistico locale sia fragile e come, qualora si verifichi un picco di traffico, esso diventi ingestibile”. Per sostenere la sua posizione, la società espone alcune considerazioni. La prima riguarda in generale la condizione del nodo autostradale di Genova: “è a tutti noto che le infrastrutture liguri sono ormai da tempo in uno stato disastroso, come peraltro ammesso anche dal soggetto concessionario delle autostrade, nondimeno destinato a perdurare nel tempo, reso ancora più fragile in caso di eventi imprevisti (guasti ai mezzi). Ciò contribuisce ad esasperare chiunque si trovi a percorrere la rete nel tentativo di raggiungere i varchi portuali, e, in specie, gli operatori dell’autotrasporto”.
Sugli autotrasportatori, Psa afferma che “è comunque inevitabile che si possano creare attese ai varchi portuali, se i trasportatori giungono contemporaneamente e senza alcun tipo di programmazione”, precisando che “la mancata programmazione dei flussi camionistici, che continuano a giungere al porto in occasione dei picchi giornalieri, mette a dura prova la flessibilità dei terminal, che possono contare su risorse finite, sia di personale e mezzi che di spazi. A questo proposito, ci preme comunque sottolineare come il terminal Psa Sech, nelle settimane precedenti il 2 luglio, abbia operato un numero di camion del tutto equivalente (a titolo di esempio 834 camion operati il 22 giugno contro gli 864 del 2 luglio, con una differenza di sole 30 unità), senza alcun tipo di disservizio. Ciò testimonia che il terminal è perfettamente in grado di gestire tali volumi e che non può essere ritenuto responsabile per quanto accaduto lo scorso 2 luglio”.
Psa prende posizione anche sull’ipotesi dell’apertura dei terminal nelle ore serali, dichiarando che essa “già sperimentata in passato, non ha dato i risultati sperati, a causa sia della mancanza di ricettività dei magazzini di origine/destinazione dei carichi, che dei limiti di orari di percorrenza dei camion, che - di nuovo - per le chiusure notturne derivanti dai cantieri stradali”.
Il terminalista parla anche di infrastrutture ferroviarie, accusando che “i vari potenziamenti promessi del sistema ferroviario, sia portuale (nuovi binari a Pra’, nuova piattaforma a Sampierdarena) che sulla rete (Terzo Valico), continuano ad accumulare ritardi, allontanando la data prevista di fine lavori e rinviando la possibilità di ridurre la pressione dal sistema stradale”.
Psa richiama anche le “Autorità preposte”, che devono “accelerare la realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie a massimizzare l’efficienza del porto di Genova e dei suoi varchi, favorendo un flusso programmato delle merci e sburocratizzando al contempo i propri processi interni”. Infine, la società ricorda che tra poco inizieranno i cantieri per la nuova viabilità del bacino di Sampierdarena che “aggraveranno ulteriormente la situazione dei varchi portuali”.
Per prevenire i futuri disagi a Sampierdarena, Psa propone di attuare una pianificazione”tramite un sistema informatico permetterebbe all’utenza di prenotare in anticipo l’arrivo in porto, con arrivi scaglionati”, aggiungendo che “lo stesso sistema (tradotto in una semplice app) permetterebbe poi di verificare in anticipo che tutta la documentazione utile all’ingresso risulti essere in ordine, garantendo così un transito veloce e sicuro della merce, minimizzando i tempi di transito e massimizzando l’efficienza del nostro porto”.