Il Tribunale di Milano ha concesso altri quattro mesi per trovare un accordo sui debiti di Moby e Cin, altrimenti le due compagnie marittime del Gruppo Onorato Armatori potranno passarein amministrazione straordinaria. I nuovi termini sono quindi il 20 e 27 giugno 2022. Però i giudici hanno stabilito anche che l’intesa con il principale creditore di Cin, ossia Tirrenia di Navigazione A.S. in amministrazione straordinaria dovrà essere trovata entro il 31 marzo. Quest'ultima vertenza riguarda il mancato pagamento dei 180 milioni di euro ancora dovuti per la privatizzazione di Tirrenia, avvenuta nel 2012.
Le due compagnie di Onorato hanno un debito complessivo di 700 milioni, che fino a giugno resta sotto la tutela del Tribunale. Le società hanno presentato un piano di concordato preventivo il 19 gennaio. Non è stato diffuso, ma da alcune indiscrezione emerge che prevede la nascita di due società. Una avrà la proprietà della flotta, che sarà data in pegno ai creditori, e l’altra noleggerà le navi dalla prima per gestire i servizi di trasporto, tramite i quali pagherà i debiti.
Tale piano dovrà essere approvato dall’adunata dei creditori entro le due date di giugno. Ma prima il Gruppo Onorato dovrà superare lo scoglio degli amministratori straordinari della Tirrenia in AS, perché se loro non accetteranno il concordato per Cin, la compagnia entrerà in amministrazione controllata con la possibilità di trascinare anche Moby. La proposta di Onorato è ridurre il pagamento a 144 milioni, diviso in quattro rate di cui l’ultima da 101 milioni con scadenza nel 2025.
Ma non è tutto. Prima di arrivare alle scadenze di giugno Moby e Cin devono fornire risposte “esplicitamente formalizzate” su quattro questioni: il chiarimento con i commissari di Tirrenia in A.S. sulla rinuncia alle azioni legali da loro intraprese, che è stata respinta dagli stessi commissari; la cancellazione delle ipoteche sulle navi accese come garanzia per i creditori; chiarimento dell’Agenzia delle Entrate sul trattamento fiscale del conferimento delle navi a un fondo finanziario e sempre riguardo a tale conferimento il consenso delle società di leasing che risultano proprietarie di due nuove navi.