La conferma arriva direttamente dall'amministratore delegato della società, Giuseppe Mauro Rizzo, che comunica "l'avvenuto deposito di una domanda di pre-concordato con prenotazione a cui, nei programmi della società, dovrebbe seguire una domanda di omologa di un nuovo accordo di ristrutturazione ex art. 182 bis, attualmente in fase di negoziazione con le banche". L'armatore di origini torresi precisa che "si tratta di un procedimento funzionale atto a condividere con le competenti autorità tutte le operazioni di maggior rilievo, finalizzate al definitivo risanamento della società".
Risulta anche da atti ufficiali che ai primi di febbraio RBD Armatori ha depositato presso il Tribunale di Torre Annunziata "un ricorso ai sensi dell'art.161, comma 6, legge fallimentare (il cosiddetto concordato con riserva o 'in bianco', ndr), con riserva di depositare successivamente domanda di omologazione di accordo di ristrutturazione ai sensi dell'art.182 bis legge fallimentare o, a seconda dei casi, altro strumento di ristrutturazione aziendale".
A tale proposito, sempre Rizzo precisa che "l'operazione era già in programma quale opzione concreta in quanto volta a dare un assetto definitivo alla precedente ristrutturazione, solo che l'attuale e prolungata crisi del mercato del carico secco ha reso necessaria un'accelerazione rispetto ai tempi preventivati per approntare una verifica e una manutenzione del precedente piano di ristrutturazione".
RBD Armatori, infatti, già nella primavera del 2013 aveva portato a termine una ristrutturazione dei debiti ex articolo 182 bis, che aveva coinvolto Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, MPS Capital Services, Banca Nazionale del Lavoro, Centrobanca, Banca della Campania, GE Capital Interbanca, Cassa di risparmio di Parma e Piacenza (Cariparma), Banco Popolare, Banca Sella, Cassa di Risparmio di Ferrara, Mediocredito Italiano, Banco di Napoli e Loan Agency. Questa volta, però, al tavolo della trattativa con creditori siederanno, al posto di Unicredit e di GE Capital, i rappresentanti di Goldman Sachs che nel 2014 ha rilevato l'esposizione debitoria delle due banche nella compagnia marittima torrese.
La ristrutturazione del 2013 prevedeva il riscadenziamento (fino al 2027) del debito finanziario a medio-lungo termine e l'ottenimento da parte di RBD Armatori di nuova finanza in forma di finanziamenti ipotecari a medio-lungo termine, per complessivi 94,5 milioni di dollari. A fine 2012, l'esposizione debitoria della società armatoriale nei confronti delle banche era di poco inferiore ai 650 milioni di euro, mentre a fine 2013 era salita a 662 milioni. Attualmente, RBD Armatori opera con una flotta di undici navi di proprietà: sei petroliere Aframax e undici portarinfuse secche.
Nicola Capuzzo
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