Entro poche settimane si conoscerà il destino di RBD Armatori, società armatoriale napoletana entrata in crisi per la crisi dei noli e vittima di un indebitamento che supera il miliardo di dollari. In questi giorni sono aperte le votazioni per i creditori chiamati a esprimersi sul piano di salvataggio e di ristrutturazione del debito predisposto dagli advisor della compagnia armatoriale di Torre del Greco (Napoli).
L'ultima versione del piano presentata da poco prevede la vendita di sette bulk carrier, più precisamente di quattro Post-Panamax e tre Panamax, per le quali si prevede di incassare 62,5 milioni di dollari. Il soddisfacimento del debito navale ipotecario su queste unità (in mano a Goldman Sachs, DNB e Deutsche Bank) avverrebbe dunque attraverso la liquidazione delle sette navi e l'attribuzione ai creditori ipotecari di tutto il ricavato netto delle vendite. In questo modo, secondo gli advisor che hanno predisposto il piano, il ricavato sarebbe superiore rispetto all'ipotesi di fallimento con vendita forzosa degli asset.
Parallelamente è previsto lo scorporo di tre unità Capesize bulk carrier in una newco (controllata al 100% da RBD Armatori anche se ai creditori ipotecari verrebbero attribuiti strumenti finanziari partecipativi) che continuerà a operare in continuità di business e il rimborso del debito ipotecario avverrebbe attraverso un piano d'ammortamento decennale attraverso i noli generati dalle navi.
Rimarranno invece all'interno della società sei navi cisterna Aframax e il soddisfacimento dei creditori avverrebbe anche in questo caso con i noli generati dalle navi che alle condizioni di mercato attuale possono navigare producendo reddito. Infine gli asset immobiliari (Hotel La Palma di Capri, Villa Olivella a Torre del Greco e altri immobili) saranno trasferiti in un'altra società le cui azioni verranno conferite alle banche creditrici uscendo così dal perimetro del Gruppo.
Il piano di concordato ha durata decennale (2015-2025) e l'indebitamento complessivo è, come detto, di oltre un miliardo di dollari, di cui 743,3 milioni a carico di istituti di credito. La banca più esposta per i finanziamenti navali concessi negli anni passati alla società per l'acquisto di navi è MPS (227 milioni di dollari), seguita da Goldman Sachs (206,1 milioni), Intesa Sanpaolo (158 milioni), UBI Banca ex-Centrobanca (50,9), Deutsche Bank (38 milioni), Gruppo Bper (21,2 milioni), Cariparma (21,2 milioni) e DNB (20,1 milioni). Complessivamente viene proposto alle banche uno stralcio dei rispettivi debiti navali ipotecari pari a 363 milioni di dollari così ripartito: MPS 86 milioni, Intesa Sanpaolo 59,6 milioni, Goldman Sachs 133,6 milioni, Deutsche Bank 30,4 milioni, Centrobanca 14,2 milioni, Gruppo Bper 12,2 milioni, Cariparma 12,2 milioni e DNB 14,9 milioni.
Nell'ultima versione della relazione redatta dal commissario giudiziale, Armando Sorrentino, è riportato un lunghissimo elenco di creditori di RBD Armatori, fra cui figurano aziende note come Ligabue Spa, Siat, Rina Service, banchero costa, Ifchor, Unitramp, Nolarma Dry Cargo, OW Bunker Malta, Smit Salvage e persino Confitarma.
Nicola Capuzzo
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