Daniele Rossi, presidente dell'associazione italiana degli scali marittimi (Assoporti) e interdetto presidente dell'Autorità di Sistema Portuale di Ravenna, in occasione dell'evento Bilog tenutosi a La Spezia non ha saputo contenere il suo disappunto nello spiegare quanto la pubblica amministrazione e la burocrazia rendano la vita impossibile. Rispondendo a una domanda su un presunto indebolimento di Assoporti e delle Autorità di Sistema Portuale italiane Rossi ha accantonato la sua consueta diplomazia. "Questo indebolimento delle Asp non lo vedo, vedo semmai Autorità molto attive. Noi presidenti siamo funzionari pubblici, quindi ci muoviamo negli schemi che ci vengono dati o suggeriti dalle impostazioni complessive della politica estera e dei trasporti", è stata la sua prima risposta.
Rossi ha proseguito affermando che "certamente c'è una riforma dei porti del 2016 che è rimasta a metà. Prima di pensare a cosa si può fare meglio sarebbe opportuno implementare completamente questa Legge. I presidenti dei porti oggi hanno a che fare con varie criticità tra cui spiccano la complessità normativa e la responsabilità personale" delle decisioni che prendono. "Assoporti ha le sue dinamiche, peculiarità, ma la risposta dei porti italiani è positiva. Non lo vedo questo problema di indebolimento sinceramente".
L'intervento del presidente di Assoporti è entrato nel vivo della vicenda che lo riguarda in prima persona, vale a dire l'indagine della magistratura di Ravenna (con lui è coinvolto il segretario generale e il direttore tecnico dell'Autorità portuale romagnola) per abuso e omissione di atti d'ufficio e per inquinamento ambientale in relazione all'affondamento del relitto della motonave Berkan B in area portuale con fuoriuscita di idrocarburi. "Tutti i presidenti sono indagati o per inquinamento ambientale o per abuso d'ufficio o per omissione d'atti d'ufficio. Cioè in Italia sei indagato anche se non fai niente. I presidenti indagati sono professionisti per bene e capaci che hanno avuto a che fare con la pubblica amministrazione", ha tuonato Rossi.
Il presidente poi ha domandato provocatoriamente: "Possono volerci tredici anni per far partire un nuovo progetto in un porto italiano? E parlo con cognizione di causa diretta. Quella delle autorizzazioni pubbliche è una madre sempre incinta. Può ancora questo Paese permettersi un'Amministrazione Pubblica come questa?".
A margine del convegno, il presidente di Assoporti, a proposito della risposta che Bruxelles attende dall'Italia in merito all'imposizione fiscale cui Autorità portuali dovranno sottostare per l'attività economica svolta, ha spiegato: "Se ne sta occupando il ministero dei Trasporti, noi come Assoporti stiamo dando il supporto necessario. Una lettera di risposta da Roma ancora non è stata inviata e la cosa è ancora oggetto di riflessione. Le stesse procedure sono state aperte in anni passati anche contro la Francia e il Belgio e, nonostante quei paesi abbiano studiato un modello di governance, ad oggi nei fatti nulla è cambiato. Questo per dire che ci sarà tempo e la questione ha necessità di essere meditata con calma anche in Italia".
Nicola Capuzzo
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