Dopo quattro anni d'embargo, è partita la prima petroliera con petrolio iraniano diretto in Europa. È la Distya Akula (IMO 9087972), nave lunga 269 metri costruita in Giappone nel 1995 e oggi con bandiera indiana, che ha caricato a Distya Akula circa un milione di barili per la russa Litasco, società di Lukoil. Altre due navi sarebbero al carico nell'isola iraniana, secondo l'agenzia Bloomberg. Nei giorni scorsi, il ministero del Petrolio iraniano aveva annunciato l'imminente carico su petroliere di almeno quattro milioni di barili per l'Europa: oltre al carico per la Litasco, altri due milioni di barili dovrebbero partire per la Total (in Grecia) e uno per la spagnola Cepsa.
Intanto, il prezzo del greggio continua a oscillare intorno ai trenta dollari per barile, con un lieve rialzo rispetto ai giorni scorsi: oggi il Brent è salito a 33,54 dollari, mentre il WTI ha raggiunto i 32,07 dollari. Da un lato, l'ingresso nel mercato internazionale dell'Iran potrebbe aumentare l'offerta, dall'altro l'Opec potrebbe raggiungere un accordo per ridurre l'estrazione. In tal senso è determinante la decisione dell'Arabia Saudita, che secondo molti analisti avrebbe innescato la corsa al ribasso per attuare una guerra economica contro l'Iran e contro i produttori statunitensi di shale oil (molti dei quali stanno già fallendo). L'ipotesi più ottimista (per i produttori) è raggiungere i 60-70 dollari al barile nel 2017.
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