Dopo le minacce dei giorni scorsi, i sindacati confederali passano alla proclamazione dello sciopero contro le norme del Governo sul riassetto del lavoro portuale e sulla riforma dei porti. In particolare, le tre sigle sindacali sono preoccupate della "diatriba di competenze tra ministero dei Trasporti e ministero dello Sviluppo Economico", come scrivono in un comunicato. La nota spiega che "il Disegno di legge Concorrenza, redatto dal Mise e pronto per essere presentato nel Consiglio dei Ministri di domani, sconvolge l'attuale sistema regolato presente nei porti con gravi ricadute sociali. Contemporaneamente, il Mit sta preparando la propria riforma della legge 84 del 1994, senza consentire ai sindacati di partecipare in maniera costruttiva e tenendoli all'oscuro circa i contenuti".
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti vogliono mantenere l'attuale sistema di regole perché "garantisce stabilità e qualificazione del lavoro, sicurezza di tutti gli addetti, della navigazione e dell'utenza e l'attuale regolamentazione dei servizi tecnico nautici è garanzia per la sicurezza nei nostri scali". Inoltre, i sindacati chiedono una soluzione alla "erronea" applicazione del decreto legge 78 del 2010 sui dipendenti delle Autorità Portuali, che penalizza i lavoratori. "Se la proposta di legge sarà un regalo alle lobby e sarà contro il lavoro, si preannuncia una stagione di conflitti in tutti i porti, a partire dallo sciopero del prossimo 6 marzo", conclude la nota sindacale.
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