Colpo grosso della Finanza e delle Dogane al porto di Salerno dove, alla fine di giugno 2020, hanno scoperto in tre container 84 milioni di pasticche di metanfetamine provenienti dal Medio Oriente, per un peso complessivo di oltre 14 tonnellate e un valore di circa un miliardo di euro. Si tratta di una sostanza prodotta dall’Isis nei territori occupati in Siria per i propri miliziani, ma anche per l’esportazione a scopo di finanziamento. Questa droga inibisce il dolore e la sensazione di fatica e pur essendo stata scoperta negli anni Novanta, quindi prima dell’avvento dello Stato Islamico, proprio la diffusione tra i suoi miliziani le ha dato il nome di “droga della Jihad”.
La scoperta nel porto di Salerno è avvenuta dopo una complessa indagine promossa dalla Procura di Napoli e svolta dal Gico della Guardia di Finanza nei confronti di un’organizzazione internazionale specializzata nell’importazione d’ingenti quantità di stupefacenti. Un’indagine che non è stata fermata dal coronavirus e che ha portato i Finanzieri ad aprire tra container carichi di bobine di carta alte due metri e con diametro di 140 centimetri. Il materiale avvolto era un multistrato che insieme alla carta conteneva le pasticche, progettato in modo da sfuggire agli scanner della Dogana, ma non a un’ispezione manuale. Ogni bobina ospitava circa 350 chilogrammi di pasticche, che riportano il simbolo del captagon, caratteristico della “droga delle Jihad”.
Secondo gli inquirenti per gestire una spedizione di così alto valore sarebbe stato creato un consorzio criminale, che avrebbe poi distribuito le pasticche sull’intero territorio europeo. L’ipotesi è che un’importazione così ingente sia stata causata dal fermo delle attività in Europa causato dalla pandemia di Covid-19. Ciò avrebbe causato una carenza di prodotto che può essere soddisfatta da siti di produzione situati in Siria, dove invece l’attività è proseguita. Sul versante italiano il referente potrebbe essere un cartello di clan di Camorra, sui cui ora si stanno indirizzando le indagini.
Due settimane prima, sempre nel porto di Salerno il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata della Finanza aveva intercettato una spedizione di 2800 chilogrammi di hashish e 190 chilogrammi di anfetamine, anche queste col simbolo del captagon. La droga era nascosta in un container di capi d’abbigliamento contraffatti.