Il porto di Taranto sembra essere destinato a rientrare presto nelle rotte principali dei traffici marittimi internazionali di container e di merci varie. Lo ha reso noto l'Autorità di Sistema Portuale, annunciando di aver ricevuto dalla società consortile Southgate Europe Terminal, formata al 50% da Zeta System e da Taranto Iniziative Produttive, la richiesta di ottenere in concessione demaniale marittima per trent'anni anni un'ampia porzione del rinnovato Molo Polisettoriale dello scalo tarantino.
Il presidente di Southgate Europe Terminal, nonché amministratore delegato di Taranto Iniziative Produttive, Guglielmo Guacci (figlio di Giuseppe Guacci già presidente dell'Autorità Portuale di Taranto e Gioia Tauro fra il 1996 e il 2006), ha rivelato i dettagli salienti del piano d'impresa che la cordata ha messo sul banco dell'Autorità, chiedendo anche l'anticipata occupazione di almeno una porzione delle aree. "La nostra istanza di concessione riguarda un'area di piazzale pari a circa 350mila metri quadrati su un totale di un milione di metri quadrati su cui si estende tutto il Molo Polisettoriale mentre, per la parte di banchina, abbiamo chiesto oltre metà dell'accosto che è lungo in totale 1,8 chilometri» spiega Guacci.
L'imprenditore precisa che l'obiettivo è attirare traffici merci in container e merci varie. Le due aziende componenti la cordata sembrano avere tutte le carte in regola per avere successo in questo compito poiché Zeta System è un importante spedizioniere e operatore logistico con base a Matera mentre Taranto Iniziative Produttive si occupa di soluzioni di trasporto e spedizioni per produzioni di carpenteria, impianti e carichi eccezionali.
Guacci rivela altri dettagli del piano d'impresa precisando: "Il terminal, secondo il nostro progetto, dovrà tornare a una vocazione polisettoriale e non a caso intendiamo rivolgerci a diverse tipologie di merci varie come rotabili, project cargo, apparecchiature, e altre. Oltre a ciò, puntiamo a riportare il porto di Taranto all'interno delle rotte internazionali dei traffici container, inizialmente cercando di attrarre i servizi feeder regionali perché il nostro obiettivo è quello di puntare sulla manipolazione e lavorazione delle merci, non limitandoci al semplice imbarco e sbarco ma cercando di cogliere le migliori opportunità anche per spedizionieri, doganalisti, trasportatori e per l'indotto in generale della zona".
Insomma, è un cambio di rotta significativo rispetto alla mera attività di trasbordo dei container da nave a nave che veniva garantita dal precedente terminalista Taranto Container Terminal fino al definitivo ritiro avvenuto nel 2015. Non solo: gli azionisti di Southgate Europe Terminal intendono anche sfruttare il più possibile l'intermodalità e per questo assicurano di avere già contatti avviati con imprese ferroviarie locali per studiare l'avvio di treni merci da e per il porto.
Gli investimenti previsti in nuove attrezzature per il terminal, fra cui in particolare macchine di sollevamento da piazzale e gru di banchina, sono nell'ordine di diverse decine di milioni di euro e se L'autorità portuale riuscirà in tempi brevi ad assegnare questa concessione, il nuovo terminalista si dice fiducioso di poter accogliere le prime navi già dalla prossima primavera garantendo occupazione a oltre cento dipendenti diretti quando l'attività sarà a regime: "La priorità per noi è partire nel più breve tempo possibile", conclude Guacci che si dice comunque ottimista su un esito della procedura perché "la nostra richiesta è arrivata dopo mesi di confronto e collaborazione con l'Autorità di Sistema Portuale".
Nicola Capuzzo
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