L'ultima bozza uscita dai lavori di Parigi non contiene alcun riferimento al trasporto aereo e marittimo tra le azioni da intraprendere per ridurre l'impatto del CO2 sui cambiamenti climatici, anche se nella versione precedente queste attività erano citate. Secondo alcuni analisti, la sparizione sarebbe dovuta alle pressioni dei Paesi emergenti. Viceversa, nelle scorse ore la Commissione Europea e l'associazione degli armatori europei Ecsa hanno chiesto che i trasporti marittimi siano reintrodotti nel testo COP21.
"I colloqui di Parigi sono un'opportunità unica per fornire un chiaro segnale agli Stati membri dell'International Maritime Organisation che bisogna agire in modo decisivo per regolare ulteriormente le emissioni di CO2 delle navi a livello globale", spiega il segretario dell'Ecsa, Patrick Verhoeven.
La posizione degli armatori europei indica una possibile frattura all'interno dell'IMO sulle azioni a difesa del clima. L'organizzazione mondiale ha già adottato, dal 2013, misure per ridurre la CO2 emessa dalle navi, che dovrebbero portare progressivamente miglioramenti alle nuove costruzioni navali, fino a giungere per quelle realizzate dopo il 2025 a una riduzione del 30% rispetto al 2000.
Secondo la Ecsa, però, il lavoro dell'IMO è ancora lontano dall'essere completo e la questione dovrà essere ripresa nella riunione del Marine Environment Protection Committee programmata per aprile 2016. "L'industria marittima sostiene l'istituzione, il prima possibile, di un sistema obbligatorio di raccolta dati su ogni singola nave, provvedendo che la possibilità di ulteriori misure dovrebbero essere riviste dopo l'analisi dell'IMO svolta sui dati forniti dalle navi", prosegue l'associazione.
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