Dopo la frenata dei noli per il trasporto di container dall’Asia all’Europa, a febbraio 2022 è iniziato un calo che col passare delle settimane è diventato sempre più rapido, confermando che la bolla scoppiata con la pandemia si sta sgonfiando. Lo mostra chiaramente l’indice Drewry relativo ai noli spot nella alla settimana tra il 22 e il 29 settembre 2020, che mostra il trentunesimo calo settimanale consecutivo e rispetto allo stesso periodo del 2021 mostra una caduta del 61% per quanto riguarda l’indice composito, ossia relativo a tutte le rotte (non solo Asia-Europa, ma anche transpacifiche e transatlantiche) prese in considerazione.
Ma se analizziamo le singole rotte, emerge che quella tra Shanghai e Genova è crollata annualmente del 62% e settimanalmente del 19%, raggiungendo il 29 settembre il valore medio di 5216 dollari per container da 40 piedi. Un
andamento analogo lo mostra la rotta tra Shanghai e Rotterdam, il cui indice annuale cede del 63% e quello settimanale del 10%, toccando il valore di 5441 dollari. Ancora maggiore è il calo percentuale della rotta transpacifica tra Shanghai e Los Angeles, che perde annualmente il 73% e settimanalmente il 13%, stabilendosi a 3283 dollari.
Invece crescono i noli transatlantici in entrambe le direzioni, un fenomeno che può indicare uno spostamento del commercio europeo dalla Cina e dall’Europa agli Stati Uniti. I noli medi tra Rotterdam e New York è di 7038 dollari per container, con un aumento annuale del 14% e settimanale del 4%, mentre in senso inverso il nolo è di 1252 dollari, con un incremento annuale del 13% (e una stabilità a livello settimanale). Un altro segnale è la rilevazione di McCown Container Volume Observer, secondo cui ad agosto i teu movimentati nel sistema portuale di New York New Jersey ha superato quello del bacino Los Angeles Long Beach. Più in generale, i porti della costa occidentale hanno movimentato 978.844 teu contro 1,2 milioni di teu di quelli orientali.
Altri segnali dello spostamento dei traffici stanno arrivando dalle multinazionali europee. Nelle ultime settimane, Volkswagen, Basf e ArcelorMittal hanno annunciato lo spostamento di alcune produzioni dall’Europa agli Stati Uniti. Il motivo è il minor costo dell’energia e non è un caso che queste siano attività che di energia nel consumano molta, soprattutto ricavata dal gas naturale. E la migrazione non riguarda solo gli Usa. Lorenzo Vianello, presidente della Camera di Commercio Italiana in Messico, ha dichiarato il 28 settembre 2022 che quindici imprese italiane dei settori alimentare, agroindustriale, biomedicale e tecnologico stanno investendo in impianti produttivi in Messico, trasferendo le produzioni da Europa, Stati Uniti e Asia. Ciò comporta una maggiore domanda di trasporto marittimo, che interessa anche i container.
Anche lo Xeneta Shipping Index, che rileva i noli da contratto, mostra un calo, anche se più ridotto in termini percentuali: dal 1° al 29 settembre l’indice medio è sceso dell’1,1%. In questo caso è la prima contrazione da gennaio e la terza degli ultimi ventuno mesi. Ma gli analisti della società norvegese ritengono che la flessione proseguirà e che “i giorni felici” dei vettori marittimi potrebbero finire. “Negli ultimi due mesi sono emersi chiari segnali di un cambiamento del mercato", dichiara Patrik Berglund, Ceo di Xeneta.
Berglund aggiunge che "le tariffe spot sono diminuite in tutti i settori e, su alcuni corridoi chiave, sono crollate nel corso dell'ultimo mese a causa della diminuzione della domanda e dell'allentamento della congestione portuale. Il divario tra il mercato a lungo e a breve termine è ora più ampio che mai su molte rotte, nonostante il numero record di partenze in bianco in quella che normalmente sarebbe considerata una stagione di punta”. Ora i caricatori sembrano in vantaggio di fronte alle compagnie marittime che nella competizione per riempire le stive potrebbero accelerare sino alla fine dell’anno la caduta dei noli.
Xeneta aggiunge però che i vettori non staranno a guardare e attueranno azioni per frenare la caduta: “Si sono dimostrati molto abili nel gestire l'equilibrio tra domanda e offerta negli ultimi tempi, quindi non c'è nulla di certo”, conclude Berglund. Le principali compagnie lo stanno già facendo, aumentando le partenze in bianco per ridurre l’offerta di stiva o addirittura sospendendo temporaneamente un’intera rotazione. Restando sulle rotte transpacifiche, Xeneta evidenzia che a settembre la capacità media della stiva di portacontainer tra Asia e Usa è calata del 13%, pari a ventuno navi da 8000 teu e che nelle ultime dodici settimane i vettori hanno tagliato 1,5 milioni di teu.
Tornando in Europa, Sea-Intelligence rileva che stanno aumentando le cancellazioni di partenze dall’Asia, approfittando anche della Golden Week cinese, ossia una settimana di festività, che inizierà il 1° ottobre. In particolare, gli analisti ritengono che avverrà soprattutto sulle rotte tra Asia e Mediterraneo. Ciò potrebbe rallentare la caduta almeno dei noli spot. Poi inizierà il periodo di punta legato alle festività natalizie e sarà il principale osservatorio per comprendere l’andamento del mercato.