Quasi un anno dopo il grave incidente al traghetto gestito da Anek Lines per il collegamento tra Italia e Grecia, gli inquirenti che stanno indagando su cause e responsabilità hanno avviato le operazioni di svuotamento della nave e, in particolare, dei garage dove ancora si ammassano le lamiere annerite dei veicoli. Lo svuotamento è iniziato dal ponte cinque. Gli autoveicoli completamente distrutti dalle fiamme sono mandati direttamente allo smaltimento.
Ma la parte più difficile e delicata sarà lo svuotamento dei ponti tre e quattro, ossia quelli dove si ritiene sia scoppiato l'incendio e dove le fiamme hanno compiuto i maggiori danni. Gli inquirenti non escludono che proprio in questi due ponti possano apparire alcuni cadaveri delle diciotto persone (tra cui anche autisti di veicoli industriali) che risultano ancora oggi disperse. Ricordiamo che i morti accertati sono undici.
Il relitto del Norman Atlantic è ancorato al porto di Bari perché la competenza dell'indagine spetta alla magistratura barese. Gli inquirenti stanno lavorando su più filoni: oltre a stabilire le cause dell'incendio, devono verificare se le condizioni del mare fossero adatte alla navigazione (durante l'incendio era in corso una tempesta), se i sistemi antincendio del traghetto erano perfettamente funzionanti e se le procedure di salvataggio sia state adeguate e corrispondenti alle norme.
Dopo il difficile salvataggio in mare dei passeggeri e il recupero, il relitto venne prima portato nel porto di brindisi, perché quello più vicino, poi trainato in quello di Bari. A giugno è avvenuta l'apertura del portellone di poppa e in seguito periti e magistrati hanno svolto sopralluoghi, senza però rimuovere ancora il carico. Finora, sono indagate dodici persone per cooperazione colposa in naufragio, omicidio plurimo e lesioni con centinaia di parti offese.
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