All’inizio di settembre 2024 l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio Porto di Taranto ha comunicato la completa digitalizzazione della Zona Franca Doganale della città pugliese, precisando che questa è la prima Zona Franca Doganale Interclusa ad aver completato tale processo, subito dopo il Porto Franco di Trieste, che ha fornito collaborazione e supporto durante tutte le fasi del progetto. Questo risultato è frutto di un accordo di riuso tra le due Autorità di Sistema Portuale, che ha permesso di trasferire competenze e tecnologie in maniera efficace e coordinata.
Le attività di digitalizzazione riguardano l'integrazione del modulo di Gestione della Zona Franca Doganale con il Port Community System già in uso presso il porto di Taranto. Questo sistema, in linea con gli obiettivi del ministero dei Trasporti e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, permetterà di gestire i flussi di merci in entrata e uscita dalla Zona Franca, così come i trasferimenti tra diverse Zone Franche Doganali. Uno degli elementi centrali del nuovo sistema è la capacità di raccogliere dati relativi alle merci attraverso varchi virtuali o preavvisi doganali, gestire in modo efficiente le schede di magazzino e validare lo stato dei trasferimenti tra diverse zone. Inoltre, è stato implementato un sistema di interoperabilità con il sistema delle Dogane (Aida), grazie al quale è possibile uno scambio fluido di dati tra le Autorità portuali e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nonché con Sogei, la società informatica pubblica che supporta il progetto.
Settembre è importante anche perché entro la fine del mese il Comitato di gestione del porto di Taranto verificherà la concessione del Molo Poliesttoriale alla società San Cataldo Container Terminal, controllata dal terminalista turco Yilport. Nel maggio del 2023 la società presentò all’Autorità portuale una relazione sulle prospettive del terminal container, che aggiorna il precedente piano operativo. Tale verifica avviene in una fase critica per lo scalo pugliese, che nel primo semestre ha visto un calo del traffico delle merci del 23,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per quanto riguarda i container, i teu sono scesi del 57,1% toccando il valore di 9.704.
La ripresa del traffico di contenitori dipenderà anche dall’ampliamento del V Sporgente del Porto di Taranto e dal dragaggio di 2,3 milioni di metri cubi di sedimenti nel Polisettoriale sono stati completati i lavori del primo lotto, ma le prove di Fincosit hanno rilevato che la cassa di colmata necessaria per l’ampliamento del sporgente non ha tenuta idraulica e statica. Si stima che per riparare e terminare tale vasca serviranno 220 milioni di euro.
Intanto si pensa già di riconvertire parte dello spazio destinato ai container alla produzione di energia elettrica da fonti eoliche. Renantis e BlueFloat Energy hanno firmato con Yilport un accordo per destinare aree del terminal ad attività di assemblaggio di parchi eolici che dovrebbero sorgere in Puglia. Inoltre, l’Autorità portuale ha candidato 400mila metri quadrati del terminal sempre alla costruzione d’impianti per eolico offshore (attività diversa da quella dell’accordo con Yilport).
Un’ulteriore conferma della strada scelta dall’Autorità portuale per l’eolico è la concessione rilasciata, sempre a settembre 2024, per la piattaforma logistica a Vestas Blades Italia, filiale italiana del gruppo danese Vestas Wind Systems, uno dei protagonisti nella produzione di turbine eoliche. Gli altri candidati erano la polacca Itpl Logistics e Tecnomec, ma l’Autorità ha scelto Vastas perché ha presentato un piano dettagliato e sostenibile dal punto di vista economico e ambientale, che prevede investimenti e l’importazione diretta di parte de componenti nel porto pugliese. Dopo il rifiuto del suo progetto, Tecnomec ha presentato un ricorso al Tar della Puglia, che però lo ha respinto. La società ha quindi presentato un ricorso al Consiglio di Stato, che dovrebbe pronunciarsi entro breve tempo.