Il salto di qualità è reso possibile dal nuovo investimento annunciato da Aldo Negri, vertice del gruppo Finsea e di GIP – Gruppo Investimenti Portuali: "Questo mese iniziano i lavori di revamping affidati alla OMG di Padova per allungare lo sbraccio di quattro gru di banchina che, una volta completato l'intervento (passeranno da 50 a 54 metri di lunghezza, ndr), potranno arrivare a lavorare fino a venti file di container. Oggi al Sech arrivano al massimo navi da 10mila teu, mentre con questo potenziamento il terminal potrà accogliere unità di ultima generazione da 14mila teu".
Il terminal container di Calata Sanità risponde così alla sfida lanciata dal gigantismo navale e alle richieste sempre più esigenti delle compagnie di navigazione, affiancando agli interventi sulle gru di banchina altri investimenti mirati anche a terra. "Per migliorare la produttività del terminal ci siamo mossi con interventi specifici. Abbiamo completamente automatizzato il gate-in e gate-out delle merci, abbiamo investito in sofisticati software per la movimentazione portuale, riorganizzato il lavoro in banchina, fino ad arrivare a progetti piccoli ma significativi per l'operatività. Per esempio, abbiamo investito in un sistema di anemometri che ci ha consentito di settorializzare il terminal, evitando che gli stop imposti all'operatività delle gru di banchina paralizzassero l'intera attività del piazzale e del terminal".
Linee d'intervento confermate da Alberto Cordella, direttore generale del Sech, che aggiunge: "Le azioni di miglioramento sono continue perché gli interessi del nostro terminal e dell'armatore coincidono. La produttività è la sintesi di tre fattori: operatività a banchina, capacità di stoccaggio a piazzale e fluidità del traffico all'interno del terminal. Su questi tre segmenti si concentrano i nostri sforzi per introdurre delle innovazioni che portino benefici operativi e permettano condizioni di sicurezza per il personale che opera nel terminal».
Questa, dunque, la realtà attuale del terminal container controllato da GIP, che sta già guardando agli investimenti da attuare sul futuro terminal di Calata Bettolo, di cui sarà socio. "Secondo i progetti preliminari – spiega Negri - il nuovo terminal di Sampierdarena potrà garantire importanti rese in termini di produttività perché sarà semi-automatizzato. Avremo bisogno di personale specializzato che invece che lavorare a bordo delle gru le governerà in remoto".
Nicola Capuzzo
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