Il porto di Trieste nei prossimi anni vorrebbe entrare a pieno titolo nel novero dei (pochi) porti del Mediterraneo in grado di accogliere le grandi navi portacontainer di ultima generazione, quelle da 24mila teu e 400 metri di lunghezza. È scritto nero su bianco in un'istanza appena pubblicata dall'Autorità portuale giuliana e presentata dalle società General Cargo Terminal e Piattafoma Logistica Trieste che fanno capo alla medesima proprietà (lo scorso dicembre la seconda ha acquisto il 96,75% della prima). Si tratta di due società, il cui controllo è congiuntamente in mano ai gruppi Francesco Parisi Casda di Spedizioni e Icop, che chiedono che le rispettive concessioni vengano in pratica accorpate in una sola dando vita a un terminal che somma l'attuale Scalo Legnami (147mila mq) alla nuova (in via di completamento) Piattaforma Logistica di Trieste che da sola garantirà nuovi accosti per traffici di rotabili, merci varie e container su un'area di oltre 14 ettari raccordata alla ferrovie e compresa fra lo Scalo Legnami e l'area della Ferriera di Servola. Un'area sulla quale ha messo gli occhi da tempo China Merchants.
Nella stessa istanza è citato però anche il futuribile progetto del cosiddetto Molo VIII, già previsto dal Piano Regolatore Portuale, e per il quale il concessionario Piattaforma Logistica Trieste si impegna ad avviare uno studio di progettazione il cui completamento è atteso entro la fine del 2021. "Nel caso in cui venisse realizzata l'opera infrastrutturale l'ambito portuale dovrà essere reso idoneo ad accogliere navi portacontenitori aventi portata fino a circa 24mila teu con conseguente necessità di disporre di fondali che consentano l'ormeggio anche di tale tipologia di unità".
Questa nuova infrastruttura si aggiungerebbe al Trieste Marine Terminal, concessionario del Molo VII pariteticamente controllato da Msc e da To Delta, che a metà del 2014 aveva ottenuto l'ok a un prolungamento del suo "affitto" per 50 anni a fronte di nuovi investimenti per quasi 190 milioni di euro finalizzati a raddoppiare le superfici del terminal (portando i piazzali a complessivi 800mila mq), allungare le relative banchine e accogliere contemporaneamente due navi da 14mila teu. A distanza di cinque anni, però, i cantieri per l'avvio della prima fase dell'opera (allungamento di 100 metri, su 200 totali, della banchina) devono ancora partire.
Nel breve termine, dunque, gli unici porti in Italia attrezzati con banchine, gru e fondali adatti per accogliere le navi portacontainer di ultima generazione lunghe 400 metri saranno il Medcenter Container Terminal di Gioia Tauro, il Psa Genova Prà di Genova e il nuovo terminal che da fine anno entrerà in attività a Vado Ligure (Savona). Negli anni a venire, così come a Trieste, anche altri scali come La Spezia (La Spezia Container Terminal) e Livorno (progetto Piattaforma Europa) ambiscono ad attirare le grandi navi portacontainer.
Nicola Capuzzo
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata - Foto di repertorio
Segnalazioni, informazioni, comunicati, nonché rettifiche o precisazioni sugli articoli pubblicati vanno inviate a: redazione@trasportoeuropa.it
Puoi commentare questo articolo nella pagina Facebook di TrasportoEuropa
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!