Il trasporto mondiale si regge su una flotta di oltre 50 milioni di container, con circa 250 milioni di movimentazioni annuali e una capacità complessiva che sfiora i 14 milioni di unità da 20 piedi solo per le navi specializzate. Questa infrastruttura, fondamentale per la logistica globale, comporta però costi elevati legati ai danni causati da errati fissaggi, cattiva disposizione dei carichi, problemi documentali e conseguenti blocchi doganali. Si stima che il settore affronti ogni anno perdite per circa 6 miliardi di dollari.
Per contrastare questo fenomeno, Bureau Veritas Italia ha presentato un’iniziativa che ha lo scopo di migliorare la sicurezza e ridurre il numero degli incidenti. L’azienda propone un sistema di certificazione basato su una lista di controllo formata da 34 punti, elaborata dal Centro Italiano Studi Containers e derivata dal Codice Ctu, che confluisce nel certificato Container Loading Assessment. Questo strumento rappresenta una garanzia per gli operatori del settore e contribuisce a ridurre i rischi operativi.
L’attestato non si limita a un controllo fisico dei container, ma prevede anche un processo d’interfaccia e collaborazione con le compagnie di leasing e gli operatori logistici. In teoria, tutti i container dovrebbero essere sottoposti a verifica dopo i primi cinque anni dalla produzione e successivamente ogni trenta mesi per garantire il rispetto dei requisiti di sicurezza. Nei Paesi aderenti alla Convention for Safe Container (Csc), la mancanza del certificato corrispondente comporta il blocco immediato del container, impedendone l’uso nei centri merci.
Diego D’Amato, presidente e amministratore delegato di Bureau Veritas Italia, ha sottolineato come l’azienda, operante nella certificazione e omologazione dei container, stia già svolgendo test di qualità nella fase di costruzione e certificazioni periodiche su diverse tipologie di contenitori. I container dry, ad esempio, sono sottoposti a controllo ogni cinque anni, mentre quelli cisterna per merci pericolose richiedono verifiche ogni due anni e mezzo.
Tuttavia, la crescente incidenza dei danni legati all’utilizzo dei container ha spinto Bureau Veritas a promuovere un intervento strutturato e coordinato su tutta l’unità di trasporto. D’Amato ha inoltre sottolineato l’importanza di una possibile collaborazione con le compagnie assicurative, che potrebbe incentivare un comportamento più virtuoso nell’uso dei container, traducendosi in benefici economici per tutto il settore.