Dalle informazioni rilasciate dalle Autorità statunitensi, le prescrizioni cinesi impongono o che l'interna nave sua sottoposta a disinfestazione (evento considerato raro), oppure che l'operazione avvenga sui singoli container. In quest'ultimo caso, il container deve essere sanato prima del suo riempimento, oppure al suo arrivo nei porti cinesi (ma con possibili attese) o in uno scalo terzo dove il contenitore è stato sottoposto a trasbordo. Gli shipper dovono produrre un certificato di disinfestazione e presentarlo alle autorità cinesi. In caso di carichi sfusi, deve essere sottoposta a sanificazione la nave.
La disinfestazione è imposta anche alle spedizioni aeree, sia che siano svolte con apparecchi full freight, sia in stiva di aerei passeggeri. Nel primo caso, deve essere sanata la stiva dell'apparecchio prima del carico dei container, nel secondo l'operazione va svolta sulle stive belly prima dell'imbarco dei passeggeri.
La disinfestazione può avvenire in diversi modi: tramite fumigazione, ma anche con mezzi chimici o fisici (per esempio con trapping), purché ciò sia svolto mantenendo condizioni di sicurezza per gli operatori e preservando la merce. La norma impone la disinfestazione della nave, dell'aereo o dei container, ma non delle merci caricate. Il certificato non è obbligatorio per le merci trasportate a temperatura inferiore a 15°, a meno che a bordo non siano trovate uova della zanzara portatrice di Zika.
Gli esportatori statunitensi di prodotti agricoli e chimici rilevano che questo provvedimento aumenterà i costi e i tempi del trasporto verso la Cina. Se l'operazione viene svolta nei porti cinesi, può comportare un costo da 30 a 50 dollari per container. A tale proposito, gli operatori brasiliani, che già devono attuare questi provvedimenti da mesi, rilevano anche danni alle merci. Per ora, l'Europa non richiede la disinfestazione di navi, aerei o container provenienti dagli Stati Uniti.
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