L’associazione dei costruttori di veicoli industriali Unrae ha diffuso i dati sulle immatricolazioni italiane di veicoli industriali con massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate nel 2020: 20.370 contro le 23.628 dell’anno precedente, con una flessione percentuale del 13,8%. Restringendo l’analisi ai veicoli sopra le 16 tonnellate, la perdita percentuale è stata leggermente minore: -12,7%, con 16.567 immatricolazioni contro 18.985. La contrazione del mercato era ampiamente prevista a causa della pandemia di Covid-19 e anzi si temeva peggio. “Grazie alla straordinaria capacità di resilienza del settore anche in periodi difficili come quello attuale porta un esito finale dell’anno migliore rispetto alle prospettive formulate nella scorsa primavera”, ha commentato Paolo Starace, presidente della sezione Veicoli Industriali dell’associazione.
Il periodo peggiore è stato da marzo a giugno, con un crollo da 40% a 63% su base mensile. C’è stato poi un recupero tra il 23% e il 46% tra luglio e novembre (con l'eccezione del +1,2% a ottobre), per poi tornare in rosso a dicembre (-6,1%). C’è stato quindi un andamento da montagne russe in un contesto che mostra “l’assenza di un sistema Paese che faciliti un rinnovo e un ampliamento programmabile del parco, e con la mancanza di politiche di sostegno e sviluppo capaci di superare davvero le ragioni per le quali l’autotrasporto merci italiano soffre da decenni di una debolezza crescente nei confronti della concorrenza estera”, afferma Starace.
Il presidente della sezione Veicoli Industriali è ottimista per il 2021: “Pur in un periodo di crisi come quello attuale e in ragione di un atteso rimbalzo dell’economia, nel corso del 2021 ci attendiamo un mercato in ripresa. Sebbene grazie agli incentivi gli acquisti si stiano sempre più orientando verso motorizzazioni alternative, la loro offerta sul mercato rimane ancora limitata, indirizzando la scelta nei confronti di motorizzazioni tradizionali, anch’esse in linea con gli elevatissimi standard di sicurezza e sostenibilità ambientale”.
A proposito degli incentivi per il rinnovo della flotta, Starace aggiunge che “dalle indicazioni del Ministero e della Ram Spa sappiamo che la prima categoria di veicoli a esaurire le risorse per investimenti disponibili nel 2020 è stata proprio quella degli Euro VI acquistati contro rottamazione. Considerate le dimensioni medio piccole della maggior parte delle imprese italiane di autotrasporto e l’impossibilità di ottenere dalla committenza una revisione delle tariffe di trasporto per l’impiego di veicoli elettrici e/o ibridi, gli acquisti di veicoli diesel e Lng Euro VI rimangono l’unica alternativa economicamente sostenibile per i trasportatori italiani”.