Si profila un dieselgate europeo nell’industria automobilistica, che per ora coinvolge un costruttore giapponese e un produttore di motori diesel italiano. Lo annuncia il 17 aprile 2022, senza citare i nomi degli indagati, l’agenzia europea di cooperazione nelle indagini penali Eurojust, secondo cui la Guardia di Finanza di Torino e Milano, la Polizia del Land tedesco dell’Assia e quella ungherese della Regione Komárom-Esztergom hanno svolto perquisizioni, su richiesta dell’Autorità giudiziaria di Francoforte, per acquisire documenti, dati e corrispondenza. Lo scopo è verificare se il costruttore abbia usato dispositivi per manipolare le emissioni di sostanze inquinanti di motori diesel per far risultare emissioni di ossidi di azoto inferiori a quelle effettive.
Nella nota, Eurojust spiega che “il produttore di automobili (giapponese, ndr), la cui sede europea si trova in Germania, dovrebbe sapere che dal 2018 i motori diesel sono stati dotati di dispositivi che hanno mostrato che i tassi di emissione di ossido di azoto erano conformi alle norme legali di emissione dell'UE, mentre secondo le indagini condotte finora,sembrano essere superiori ai limiti stabiliti. I dispositivi sono stati ottenuti dal produttore italiano di motori da un altro fornitore italiano”. Eurojust ha fornito una riunione di coordinamento per preparare le perquisizioni avvenute a Bensheim e Heidelberg in Germania, a Corbetta in Italia e a Esztergom in Ungheria.