È la multa per un cartello dei prezzi più alta nella storia dell'Unione Europea: 2.926.499.000 euro, che comprende anche uno "sconto" per la collaborazione durante l'inchiesta. Il solo Gruppo Daimler, che produce in Europa i camion Mercedes-Benz, dovrà pagare una multa di un miliardo di euro (più precisamente 1.008.766.000 euro), pur beneficiando di una riduzione del 30% per Leniency Notice e del 10% per Settlement Notice. Seguono Daf Trucks, con una sanzione di 752.679.000 (beneficiando solo di una riduzione del 10% per Settlement Notice), Volvo Trucks e Renault Trucks, considerati insieme, con 670.448.000 euro (riduzioni di 40% per Leniency Notice e 10% per Settlement Notice) e Iveco, con "soli" 494.606.000 euro (e sconto del 10% per entrambe le voci).
Dalla mega-multa si salva per ora solamente il Gruppo Volkswagen, che nella produzione dei veicoli industriali ha due marchi, entrambi acquisti dopo gli eventi che hanno causato la sanzione: Scania, che è ancora sotto indagine, e Man Trucks, che ha vi partecipato ma, avendolo denunciato per prima il cartello, ottiene una grazia completa sotto forma di Leniency Notice e non deve quindi versare un euro (altrimenti avrebbe subito la sanzione più pesante, pari a 1,2 miliardi). Una buona notizia per il gruppo automobilistico tedesco, che sta affrontando le pesanti conseguenze finanziarie del dieselgate sulle autovetture.
La sanzione riguarda comportamenti di mercato attuati dai costruttori per quattordici anni, ossia dal 1997 al 2011 nella vendita dei veicoli della gamma media e pesante (ossia con massa complessiva superiore a sei tonnellate). Secondo la Commissione Europea, le Case avrebbero attuato accordi per coordinare i prezzi a livello di fabbrica nei Paesi dell'Area Economica Europea. Questi prezzi sono la base per i listini elaborati sul mercato, che possono variare a livello locale.
La seconda accusa che giustifica per Bruxelles l'entità della sanzione riguarda i tempi e le modalità d'introduzione delle tecnologie per rispettare le norme anti-inquinamento, dall'Euro 3 in poi. In particolare, i costruttori hanno concordato tempi e modalità per trasferire ai clienti i costi dello sviluppo di tali tecnologie, evitando quindi una concorrenza anche in questo caso.
La Commissione spiega che dal 1997 al 2004 si sono svolti incontri a livello di dirigenti superiori, spesso durante Saloni o altri eventi dove partecipavano i vari marchi, integrati con conversazioni telefoniche. Dal 2004, il cartello è stato gestito dalle filiali tedesche dei costruttori, con scambio di documentazione elettronica. Durante i quattordici anni, le discussioni tra i vertici delle società hanno riguardato gli aumenti dei prezzi di fabbrica, i tempi per l'introduzione delle nuove tecnologie anti-inquinamento e le modalità per trasferire i loro costi ai clienti.
Nel novembre del 2014, i costruttori hanno presentato la loro difesa, per mezzo di Statement of Objections e in tale periodo è stata aperta l'indagine anche nei confronti di Scania, che non è stata per ora interessata dalle sanzioni. Però, precisa la Commissione Europea, l'indagine continuerà solo nei suoi confronti. La Commissione precisa che in tutti i casi l'indagine non riguarda manipolazioni sulle emissioni ambientali.
La Commissaria alla Concorrenza dell'Unione Europea, Margrethe Vestager, ha dichiarato che: "Oggi abbiamo dato un segnale importante imponendo una multa record per una violazione molto seria. Sulle strade europee viaggiano trenta milioni di veicoli industriali, che trasportano circa tre quarti delle merci e svolgo un ruolo vitale nell'economia comunitaria. Non è accettabile che Man, Volvo-Renault, Daimler, Iveco e Daf, che insieme producono nove veicoli su dieci in circolazione in Europa, abbiamo fatto parte di un cartello invece di competere tra loro. Questo è un chiaro messaggio alle società che non sono ammessi cartelli".
Ma la vicenda può non finire qua, perché la Direttiva sui danni entrata in vigore il 27 dicembre 2016 agevola le cause per risarcimento danni causati dalla violazione di norme comunitarie sulla concorrenza. Quindi, nei prossimi anni gli acquirenti dei veicoli industriali potranno avviare azioni legali risarcitorie. Per ora, però, nessun Paese ha completamente adottato nella propria legislazione tale Direttiva.
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