Il collegamento tra l'indagine sull'usura in corso a Novara e quella partita nell'aprile del 2013 a Viterbo è Giuseppe Di Giovanni, che già in quell'occasione venne tratto in custodia cautelare. Il 19 dicembre 2014 è tornato in carcere, insieme al figlio Ignazio e a un suo stretto collaboratore, come riferisce l'Ansa. I reati che vengono imputati a sette persone (tre sono ai domiciliari) sono di usura, estorsione e riciclaggio. Il nome dell'operazione (succhia sangue in italiano) illustra chiaramente l'attività degli indagati.
La Polizia spiega che l'attività investigativa è iniziata nel 2012, quando gli agenti iniziarono a indagare sulla falsa testimonianza di uno degli indagati nell'ambito di un altro procedimento penale per usura. "Gli strozzini applicavano tassi usurari che andavano dal 29 a più del 500 per cento, grazie ai quali la banda è riuscita ad accumulare oltre due milioni di euro: il denaro veniva poi riciclato anche grazie alla collaborazione della criminalità organizzata", spiegano gli inquirenti.
Non solo: all'usura era anche collegata un'attività di estorsione: coloro che non riuscivano a ripagare il debito subivano intimidazioni e minacce continue. "In alcuni casi le intimidazioni si sono presentate sotto forma di carcasse di animali appese all'ingresso dell'azienda di una delle vittime", precisa la Polizia. Il video girato dagli agenti durante l'operazione mostra l'ingresso all'alba del 19 dicembre in una concessionaria di veicoli industriali del novarese, la Borgoservice, che fa capo a Di Giovanni.
Questa inchiesta sembra essere la prosecuzione di quella denominata Ghost Trucks (camion fantasma), avvenuta nell'aprile 2013 sempre nella provincia di Novara. Riguardava una frode assicurativa che aveva coinvolto sedici società che operavano nei trasporti, nel movimento terra e nelle infrastrutture. In pratica, la banda simulava il furto di autoveicoli e macchine per il movimento terra, ottenendo il risarcimento dalle assicurazioni. Gli stessi veicoli venivano poi venduti all'estero. Giuseppe di Giovanni venne direttamente coinvolto dall'indagine e arrestato. Egli è stato coinvolto anche nell'operazione antimafia Infinito e in quella Tutto in Famiglia, che riguardava una turbativa d'asta.
Video della perquisizione della concessionaria Borgoservice
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