Scania non si arrende e proseguirà la sua battaglia per dimostrare l'estraneità al cartello che secondo l'Antitrust europea sarebbe stato attuato da tutti i costruttori di veicoli industriali europei dal 1997 al 2011 per concordare il prezzo dei camion e le strategie da attuare verso le norme sulle emissioni dei diesel. Lo scorso anno, la Commissione multò gli altri costruttori (graziando Man perché era stata la prima a collaborare) con una somma record di quasi tre miliardi di euro e lasciò in sospeso Scania, che dichiarandosi estranea ai fatti richiese un supplemento d'indagine.
Il 27 settembre la Commissione Europea ha annunciato che anche il costruttore svedese è stato multato con una sanzione molto elevata, ossia 880 milioni di euro, la seconda in questa vicenda dopo quella di Mercedes (che deve pagare un miliardo di euro). A differenza dei concorrenti, però, Scania ha annunciato poche ore dopo la dichiarazione di Bruxelles che presenterà ricorso.
Lo ha fatto con un brevissimo comunicato, dove afferma che "Scania contesta fermamente tutte le conclusioni e le accuse fatte dalla Commissione Europea e si appellerà contro la decisione nel sua completezza". Il costruttore svedese sottolinea anche di avere "pienamente collaborato con la Commissione Europea, fornendole le informazioni e le spiegazioni richieste per tutto il periodo dell'indagine".
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