Tredici miliardi d'incentivi alle imprese fino al 2020 per spingere le industrie italiane verso la cosiddetta Industria 4.0. In pratica, potrebbe diventare una mega-rottamazione per le industrie e il trasporto. Tra i provvedimenti che dovrebbero rientrare in questo programma, c'è la prosecuzione del super-ammortamento del 140% per l'acquisto di beni strumentali anche nel 2017, percentuale che può salire fino al 250% per gli investimenti nell'Industria 4.0, ma che scende del 20% per veicoli e mezzi di trasporto, che dovrebbero ottenere quindi una percentuale del 120%.
La riduzione della percentuale per il comparto del trasporto non piace a Conftrasporto, il cui presidente Paolo Uggè dichiara "la proposta di riduzione non è coerente con l'avvenuto taglio delle agevolazioni sulle accise per i veicoli più anziani e inquinanti, che l'autotrasporto ha già subito e che per essere massimamente efficace sul fronte dell'ambiente e della sicurezza della circolazione, avrebbe bisogno di una proroga integrale del beneficio per l'acquisto di nuovi mezzi".
Sulla questione interviene anche il presidente di Anita, Thomas Baumgartner: "Una riduzione del super-ammortamento per i soli veicoli adibiti al trasporto, non solo appare ingiustificata e discriminatoria, ma provocherebbe anche uno squilibrio nella competitività delle imprese e causerebbe una battuta d'arresto nella ripresa economica che il Paese sta registrando negli ultimi tempi". Entrambi chiedono al ministro dello Sviluppo Economico di ripristinare l'aliquota del 140%.
L'associazione delle industrie automobilistiche italiane, Anfia, esprime soddisfazione per il programma, ma critica anche lei la riduzione della percentuale per il trasporto, che "penalizza ingiustamente solo questa categoria di beni strumentali, a cui è stato riservato un trattamento non paritario nell'ambito di una politica di ammodernamento delle strutture produttive trasversale ai vari settori", scrive in una nota.
Il comunicato aggiunge che "Riteniamo che il trend di ripresa che dal 2015 caratterizza il mercato degli autoveicoli abbia bisogno di essere sostenuto su un orizzonte temporale più lungo,attraverso misure strutturali che diano continuità al lento rinnovo del parco circolante italiano, uno dei più anziani d'Europa (il 51,7% delle autovetture circolanti in Italia, ad esempio, ha più di dieci anni, mentre gli autocarri merci e speciali con più di dieci anni superano il 60% del circolante a fine 2015). Un sostegno che, quindi, va a beneficio della sicurezza sulle strade e della riduzione dell'impatto ambientale della circolazione, in linea con gli ambiziosi obiettivi ambientali fissati dai regolamenti comunitari".
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