I dazi statunitensi sulle merci dell’Unione Europea inizieranno il 2 aprile 2025. Lo ha annunciato il presidente Trump, ribattezzando questa data il “giorno dei dazi reciproci”. Infatti il presidente statunitense ha dichiarato che se l’Unione vuole evitare o abbassare i dazi può “semplicemente cancellare o abbassare quelli che impone agli Stati Uniti”. Ma qua fa un errore, non si sa se per malafede o ignoranza: infatti tra i dazi attribuiti all’UE inserisce anche l’Iva (che viene pagata da tutte le merci, non solo quelle in importazione e grava sul consumatore finale e non sul produttore) e le imposte attuate nei confronti delle imprese tecnologiche (che usano abbondantemente pratiche di evasione o elusione fiscale).
A questo provvedimento non sfuggirà l’Italia, come ha spiegato il segretario al Commercio americano Howard Lutnick parlando con i corrispondenti si alcuni quotidiani italiani. Lutnick ha precisato che i buoni rapporti con la Presidente del Consiglio italiana non escluderanno il nostro Paese. All’obiezione secondo cui i dazi generano inflazione, il ministro statunitense ha replicato che non sono i dazi a farlo, ma la produzione di moneta. Quindi basterà stamparne di meno per abbassare i prezzi. Inoltre, i dazi dovrebbero sostituire le imposte interne. Una visione che appare un po’ troppo semplice.
Che l’Amministrazione Trump non abbia una visione e una strategia chiara sui dazi, ma che invece navighi a vista, lo dimostra il fatto che nello stesso giorno in cui Trump ha annunciato i dazi per l’Unione Europea ha anche rinviato di un mese quelli sulla produzione automobilistica di Canada e Messico. Lo ha fatto sotto le pressioni dell’associazione dei costruttori automobilistici Usmca, che ha spiegato al presidente che la produzione automobilistica è così interdipendente tra i tre Paesi al punto che i dazi danneggerebbero anche i cittadini statunitensi, con aumenti di migliaia di dollari del prezzo delle auto e il blocco delle catene di fornitura. L’Amministrazione starebbe valutando anche l’esenzione dai dazi di alcuni prodotti agricoli provenienti dai due Paesi confinanti.