L'ipotesi di vendere i camion per raccogliere la liquidità che serve per affrontare le colossali spese causate dal dieselgate circolava già dai giorni successivi all'esplosione dello scandalo sulle manomissioni dei test delle emissioni di alcuni motori diesel di Volkswagen. Ma la stessa Casa tedesca le ha smentite, dichiarando che sarebbe andava avanti con il progetto di creare un polo globale per la produzione dei veicoli industriali che comprende Man Trucks, Scania e Volkswagen Veicoli Commerciali.
Ma ora riappaiono le notizie su una cessione, parziale o totale, dei mezzi pesanti, rilanciate da una dichiarazione dello stesso responsabile della divisione veicoli industriali, Andreas Renschlersaid, in un'intervista all'agenzia Bloomberg pubblicata l'8 febbraio 2016. "Manteniamo aperte tutte le possibilità per diventare un leader globale", ha affermato il manager. Per ora, quindi, il Gruppo tedesco è aperto a diverse ipotesi, tra cui la quotazione in Borsa o l'alleanza con altri gruppi industriali. Ciò rientra nella strategia del nuovo Ceo di VW, Matthias Müller, che lascia maggiore autonomia alle divisioni del Gruppo, quindi anche a quella dei veicoli industriali.
Nei primi nove mesi del 2015, i tre marchi dei veicoli commerciali e industriali hanno fatturato ben 25 miliardi di euro e rappresentano quindi un valore molto importante. Però, Man Trucks e Scania sono forti soprattutto in Europa, un mercato sostanzialmente stabile, mentre non lo sono in due mercati importanti e in crescita come gli Stati Uniti e la Cina. Qua i concorrenti Daimler e Volvo hanno una presenza più solida.
Nei giorni scorsi sono trapelate indiscrezioni sull'interesse di Volkswagen in Paccar o Navistar International, due marchi statunitensi ancora indipendenti (il primo controlla Daf Trucks). In Cina, il Gruppo potrebbe espandersi con il partner Sinotruck di Hong Kong e starebbe trattando con il colosso automobilistico FAW.
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