Dopo l’improvviso annuncio di bancarotta diffuso il 17 ottobre 2023, il costruttore svedese di veicoli industriali elettrici Volta Trucks è diretto dal giorno successivo da due amministratori congiunti Mark Firmin and Joanne Hewitt-Schembri dell’Alvarez & Marsal Europe. Hanno due obiettivi: gestire gli affari correnti della società e cercare nuovi investitori per evitarne la chiusura.
L’eventuale chiusura sarebbe un ostacolo al programma di transizione energetica di DB Schenker, che aveva puntato proprio sui veicoli di Volta Trucks per equipaggiare la flotta con camion elettrici per le consegne in città. Il colosso tedesco ne aveva preordinati 1.500 nel 2021 e ha ricevuto i primi esemplari pilota proprio in concomitanza con l’annuncio della bancarotta, mentre la fornitura della produzione di serie sarebbe dovuta iniziare in autunno.
Altri importanti operatori del trasporto e della logistica hanno mostrato interesse ai veicoli di Volta Trucks, anche se non con un impegno così consistente. Tra i nomi spiccano quelli di Dsv, Dpd, Gxo, Rhenus e Marks & Spencer. Inoltre, a settembre la banca francese Société Générale Equipment Finance annunciò un accordo con Volta Trucks per finanziare il programma Truck as a Service.
La crisi di Volta Trucks deriva da quella del suo fornitore di batterie Proterra, che negli Stati Uniti ha chiesto la procedura di bancarotta Chapter 11. Ciò ha ridotto la fornitura a Volta Trucks, che quindi non è in grado di rispettare gli ordini ricevuti e ha influito negativamente sulla sua possibiità di raccogliere investimenti.
L’eventuale chiusura di Volta Trucks avrebbe ripercussioni in diversi Paesi europei. Oltre a quelli della sede centrale svedese, sarebbero coinvolti quelli dello stabilimento austriaco di Steyr, preso in affitto per costruire i veicoli, e quelli delle filiali commerciali in Francia, Italia, Spagna, Germania, Paesi Bassi e Gran Bretagna. Sarebbero a rischio anche i fornitori di materiali e servizi.