Poche ore dopo essere entrato in vigore, il reato di omicidio stradale conta già i primi due indagati, un uomo di 37 anni e una donna di 52 anni. Il primo (A.P.) è stato addirittura arrestato il 27 marzo, dopo avere causato un incidente stradale a Somma Vesuviana, causando la morte di un uomo di 28 anni. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l'auto di A.P. ha invaso la carreggiata opposta in una strada dell'area industriale, investendo in un frontale la vettura della vittima. Sono rimasti feriti anche due bambino sulla macchina dell'investitore.
Gli elementi che hanno fatto partire la denuncia per omicidio stradale sono molto gravi: la velocità, che sarebbe stata doppia di quella consentita (ben 100 km/h contro i 40 km/h permessi), la mancanza della patente (che era stata ritirata nel 2011 per una condanna di guida sotto l'effetto di stupefacenti) e perfino la mancanza della revisione dell'autovettura, posta sotto sequestro lo scorso novembre. A.P. è ricoverato in ospedale, dove ha ottenuto gli arresti domiciliari. Questo è il primo arresto avvenuto in Italia per questo nuovo reato.
Ma la prima denuncia in assoluto, senza arresto, è avvenuta il 26 marzo 2016 e riguarda una donna, che ha investito tre ciclisti sull'Aurelia, alle porte di Roma, causando la morte di uno di loro. In questo caso, la denuncia per omicidio stradale è causata dal fatto che la donna non si è fermata a prestare soccorso, anche se poi si è costituita dopo un'ora. L'indagata è comunque risultata negativa all'alcool e alle droghe. La donna rischia ora una condanna di cinque anni di carcere.
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