Le lezioni di teoria e di pratica per conseguire la patente di guida potranno aumentare del 22%, ossia la percentuale dovuto per l'Iva. La brutta notizia emerge da una risoluzione emessa il 2 settembre 2019 dall'Agenzia delle Entrate che ha annunciato la revoca dell'esenzione dell'imposta per tali attività, basandosi sulla sentenza della Corte di Giustizia UE del 14 marzo 2019 su una causa basata sull'interpretazione della normativa comunitaria sull'esenzione dell'Iva. Tale normativa consente di non pagare l'imposta sul valore aggiunto nelle operazioni relative all'educazione dell'infanzia e della gioventù, all'insegnamento scolastico e universitario, nonché le operazioni relative alla formazione e alla riqualificazione professionale, comprese le lezioni private impartite da insegnanti. Secondo la Corte Europea, non rientrano in queste categorie le lezioni per conseguire la patente.
Ciò significa un aumento secco del 22% per tutti colori che d'ora in poi s'iscriveranno a un corso per conseguire la patente, ma per le scuole guida la situazione può essere ancora peggiore, perché la decisione è retroattiva, quindi gli enti formativi dovranno versare l'Iva dei corsi svolti negli ultimi cinque anni, senza poter recuperare l'importo dai loro ex allievi. Tenendo conto che dal 2014 al 2018 sono state conseguite in Italia 3,8 milioni di patenti, la cifra da pagare sarà consistente. E proprio la retroattività sta mobilitando l'associazione delle autoscuole Confarca. Sulla questione interviene anche Conftrasporto, che chiede al Governo di eliminare la retroattività, aggiungendo che l'aumento dei costi potrà spingere i giovani "a ricorrere a soluzioni alternative, a discapito della sicurezza". L'aggravio sarà particolarmente pesante per i cosri delle patenti superiori, che già oggi costano migliaia di euro e che sono una delle cause della carenza di autisti di veicoli industriali.
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