La confederazione europea dei sindacati del trasporti ETF ha diffuso il 4 maggio, poco tempo dopo l'approvazione da parte della Commissione Tran, una dura nota contro le modifiche che potrebbero essere attuate (se la plenaria dell'Europarlamento confermerà il testo) ai tempi di guida e di riposo e del distacco degli autisti dell'autotrasporto. Il comunicato esordisce affermando che "i deputati al Parlamento europeo hanno votato contro la sicurezza stradale e posti di lavoro di qualità per i tre milioni di conducenti professionisti europei". Il testo prosegue sostenendo che "gli emendamenti del Comitato al pacchetto sulla mobilità dell'UE confermerebbero l'esclusione degli operatori stradali dalla nuova direttiva UE sui lavoratori distaccati - negando ai conducenti il diritto a un'equa retribuzione quando lavorano a livello transfrontaliero. Significherebbero anche meno riposo ogni mese, con i datori di lavoro in grado di tenere i conducenti in viaggio per tre settimane con non più di 24 ore di riposo. Il rischio di incidenti correlati alla fatica è chiaro".
Sul distacco trans-nazionale, la Commissione ha confermato che le regole restano diverse da quelle recentemente modificate per gli altri lavoratori dalla Commissione per il Lavoro, che invece ha appoggiato le richieste sindacali per contrastare il dumping sociale. "L'Unione Europea si è recentemente espressa per garantire ai lavoratori che vengono inviati in un altro Paese la stessa retribuzione dei dipendenti locali per lo stesso lavoro", dichiara Roberto Parrillo, presidente della sezione stradale dell'ETF, "Perché i lavoratori del trasporto su strada non meritano lo stesso trattamento? Un'esclusione permanente per l'autotrasporto dalle regole di distacco è un voto per legalizzare il dumping sociale e la discriminazione salariale in Europa. Un'UnioneEeuropea che afferma di costruire un pilastro sociale non può imporre questo trattamento ai lavoratori europei".
L'ETF contrasta duramente anche la modifica delle regole sui tempi di guida e di riposo, come spiega Frank Moreels, presidente della confederazione: "Le prossime elezioni europee si stanno avvicinando e l'UE affronta un'ondata di populismo euroscettico. In questo momento i deputati hanno scelto gli interessi delle imprese invece della qualità del lavoro e della sicurezza stradale. Se questa decisione sarà confermata, i conducenti professionisti avranno meno riposo al mese, con periodi più lunghi lontano da casa. Ciò significa autisti più stanchi, e sappiamo che la fatica sulla strada uccide. In che modo questo ispira fiducia nel progetto europeo? Combatteremo questa miope decisione fino in fondo, ma oggi è un duro colpo".
I sindacati ritengono anche che il testo approvato ieri rappresenti un passo indietro sulla questione del riposo settimanale in cabina: "È scioccante che i deputati abbiano votato per ribaltare una recente sentenza della Corte di Giustizia europea contraria al riposo settimanale regolare sul camion", afferma Eduardo Chagas, segretario generale dell'ETF. "I conducenti dovranno trascorrere molti fine settimana in camion e nei parcheggi lontano da casa e mangiare sulla strada o nelle loro cabine. Non è possibile costruire un'Europa sociale su tale sfruttamento e condizioni sfavorevoli".
In Italia, il segretario nazionale della Fit Cisl, Maurizio Diamante, ha mostrato toni altrettanto duri: "La Commissione europea ai trasporti ha votato a schiacciante maggioranza un provvedimento indegno, che va contro tutti i valori su cui è stata fondata la stessa Europa. D'ora in avanti sarà responsabile degli eventuali futuri incidenti stradali causati dalla stanchezza di autisti di camion e autobus a lunga percorrenza. Reagiremo quanto prima protestando sia a livello nazionale sia a livello europeo con Etf e gli altri sindacati ad essa affiliati".
Secondo Diamante, il testo approvato ieri ha "aumentato i tempi di guida e ridotto quelli di riposo e ha peggiorato le condizioni di distacco transnazionale. Ciò significa che tutti gli autisti staranno al volante per più ore per guadagnare meno: è evidente a tutti l'impatto di questa norma europea sulla sicurezza stradale". Il sindacalista conclude affermando che "già oggi i camionisti conducono vite estreme, guidando anche diciotto ore al giorno e mangiando e dormendo sui loro stessi camion. Peggiorare le loro condizioni già al limite della schiavitù è un risultato che non ci saremmo mai aspettati dalle istituzioni europee. Faremo quanto in nostro potere per far tornare la UE sui suoi passi e anzi aumentare i diritti e le tutele degli autisti di camion e autobus a lunga percorrenza".
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