Quanto sono vulnerabili i veicoli a guida autonoma nei confronti di attacchi informatici? Lo ha analizzato l’Enisa, l’Agenzia europea per la cybersicurezza e ha concluso che oggi lo sono ancora molto, mettendo a rischio non solo gli occupanti dei veicoli, ma anche gli altri utenti della strada e i pedoni. Un pericolo che aumenta nel caso dei veicoli industriali o autobus. Il rapporto mostra degli esempi di possibili attacchi, alcuni dei quali sono molto semplici, come abbagliare i sensori di rilevamento degli oggetti, altri più complessi, come la modifica dei software di apprendimento automatico.
Questi ultimi sono molto insidiosi perché si possono scoprire difficilmente. Per esempio, si può rendere il software del veicolo cieco ai pedoni, permettendo quindi il loro investimento. Inoltre, i veicoli autonomi hanno un’ampia superficie di attacco, ossia possibili accessi, come per esempio il gran numero di sensori. Questo è un elemento che i progettisti devono considerare con attenzione. L’Agenzia indica ai costruttori un approccio sistemico, ossia i sistemi d’intelligenza artificiale devono essere progettati da squadre formate da esperti del settore automobilistico, del Machine Learning e di sicurezza informatica.
RAPPORTO ENISA SU SICUREZZA INFORMATICA DEI VEICOLI A GUIDA AUTONOMA