Tesla ha esordito allo IAA 2024 di Hannover mostrando due esemplari del suo trattore stradale elettrico Semi, uno dei quali è disponibile per una prova di guida nel circuito interno all’esposizione. Oltre al veicolo, lo stand di Tesla mostra una colonna di ricarica. Dal punto di vista tecnico, non ci sono rilevanti novità e l’interesse maggiore viene da due interventi svolti da Dan Priestley, responsabile del programma Semi di Tesla, il 17 e 18 settembre 2024, che hanno illustrato i risultati raggiunti finora dalla sperimentazione operativa del veicolo negli Stati Uniti e le strategie dell’azienda.
Attualmente Tesla disloca una flotta di un centinaio di esemplari al lavoro sulle strade statunitensi, la maggior parte dei quali è usata da PepsiCo, che complessivamente hanno percorso 7,5 milioni di chilometri. Un singolo veicolo ha già percorso oltre 400mila chilometri in diciotto mesi di uso operativo alla massima portata. Nel tempo, ha aggiunto Priestley, è aumentata l’affidabilità, che ha raggiunto un uptime del 95% (ossia il tempo in cui il veicolo è disponibile e operativo senza guasti o necessità di manutenzione).
Le maggiori domande sui camion elettrici riguardano la ricarica e l’autonomia. Per quanto riguarda la prima, Priestley ha annunciato che Tesla ha sviluppato una colonna di ricarica Megawatt per veicoli industriali, che dovrebbe permettere tempi di ricarica analoghi a quelli di un completo rifornimento di gasolio dei veicoli diesel. Egli ha aggiunto che il consumo energetico del Semi ha raggiunto circa 100 kWh per 100 km, risultando più efficiente dei camion diesel del 2024 e leggermente migliore di altri camion elettrici sul mercato.
Sulla ricarica, che richiederebbe una colonna Megawatt ogni dieci veicoli, Priestley ha ricordato che nel trasporto non è sempre necessario compiere una ricarica completa, perché quella parziale (il cosiddetto biberonaggio) si può compiere anche nei punti di carico e scarico, cosa che non possono fare i camion diesel, o durante il riposo degli autisti. Egli sostiene che con un’adeguata strategia di ricarico, un Tesla Semi può percorrere fino a 1.700 chilometri in 24 ore.
Priestley ha parlato anche dei programmi di produzione di questo veicolo industriale. Nel 2024, Tesla prevede di aumentarne la produzione e di avviare quella di serie nel 2025 nel nuovo stabilimento dedicato in costruzione nel Nevada, puntando a un ulteriore aumento dei volumi l’anno successivo. Dopo avere consolidato la produzione del Semi negli Stati Uniti, Tesla sbarcherà sul mercato europeo, in data da decidere ma non prima del 2026, e poi su quello asiatico.
Ovviamente, prima di arrivare in Europa, il costruttore dovrà adeguare il veicolo alle normative comunitarie, però Priestley ha chiarito che il veicolo è stato progettato fin dall’inizio per adattarsi a diversi mercati mondiali. Esiste già un prototipo omologabile nell’Unione Europea, secondo gli aggiornamenti del 2020 sulle dimensioni e compatibile con gli agganci sei semirimorchi europei.
Sempre parlando dell’Europa, Priestley ha aggiunto che la società sta già cercando un Business Development Manager. Ha anche anticipato che potrebbe importare in Europa il modello commerciale che sta applicando negli Stati Uniti con PepsiCo, ossia una soluzione chiavi in mano che prevede la fornitura del veicolo, stazioni di ricarica, assistenza e supporto aziendale.
Per quanto riguarda la tecnica, anche se ad Hannover Tesla non ha presentato novità, Priestley ha illustrato alcune recenti innovazioni apportate al progetto originario, che sono sia di hardware che di software. In questo secondo caso Tesla ha migliorato le curve di ricarica e quindi l’autonomia. Nell’hardware, il costruttore ha sviluppato un nuovo telaio per ospitare una cabina con letto e una sospensione anteriore indipendente per la futura versione europea, che aumenta la capacità di frenata rigenerativa del veicolo.
C’è un fatto di cronaca che ovviamente Priestley non ha citato nel suo intervento tedesco: l’incidente avvenuto il 19 agosto 2024 vicino a Emigrant Gap, in California, in cui un Tesla Semi ha preso fuoco. Da una prima ricostruzione emerge che il veicolo ha colpito prima un delineatore di traffico, poi un albero, prima di scivolare lungo un pendio per fermarsi infine contro altri alberi. L’urto ha provocato l’incendio della batteria. Anche i camion diesel s’incendiano, ma l’elemento caratteristico in questo caso è che per spegnere le fiamme i pompieri hanno dovuto usare circa 190mila litri di acqua e chiudere per ore la strada al traffico. Sull’evento sta indagando il National Transportation Safety Board.